Ammesso in questi giorni dall’Aifa, promette di cambiare la vita dei malati. Va assunto per pochi giorni nell’arco di due anni.
Un nuovo farmaco Merck che promette di cambiare la vita delle persone affette da sclerosi multipla recidivante ad elevata intensità. Da Milano l’azienda farmaceutica ha annunciato l’arrivo in Italia di Cladribina compresse, il primo trattamento orale da assumere per pochi giorni nell’arco di due anni. Il medicinale permette di raggiungere fino a quattro anni di controllo della malattia a fronte di un massimo di venti giorni di trattamento orale, somministrato nell’arco dei primi due anni. Il Mavenclad, nome commerciale del farmaco, è stato ammesso proprio in questi giorni alla rimborsabilità dall’Agenzia italiana del farmaco.
“I pazienti – ha dichiarato Giancarlo Comi, professore onorario di Neurologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – avranno finalmente a disposizione una nuova opzione terapeutica, che rappresenta il primo trattamento orale per la forma recidivante di sclerosi multipla ad elevata attività e che, grazie al suo particolare meccanismo d’azione, consente una somministrazione per massimo dieci giorni all’anno in un arco temporale di due anni, con i due anni successivi liberi da trattamento. Quello che succede è che la persona non ha attacchi, non ha nuove lesioni nel cervello, non ha progressione della disabilità. Un effetto che, in alcune persone, può protrarsi anche oltre i due anni di trattamento”.
L’approvazione di Cladribina compresse si basa su studi che hanno coinvolto nei programmi di sperimentazione clinica più di 2mila pazienti. “I risultati più significativi sono che – ha spiegato Diego Centonze, professore ordinario di Neurologia all’Università Tor Vergata di Roma –, a due anni di assunzione, quattro pazienti su cinque rimangono liberi da ricadute, nove su dieci non hanno progressione della disabilità e quasi la metà delle persone coinvolte nella sperimentazione non ha evidenze di attività della malattia”.
Il lancio di Cladribina compresse arriva al termine di un lavoro ventennale condotto da Merck nel campo della lotta alla sclerosi multipla. “Il sogno di tutti i pazienti – ha spiegato Antonio Messina, a capo del business farmaceutico di Merck in Italia – è di arrivare finalmente a una cura, ma fino a quando questa non ci sarà, noi cercheremo di ritardare il più possibile l’invalidità. È un lavoro lungo vent’anni, in cui abbiamo sempre cercato di migliorare le condizioni di vita delle persone malate”.
Francesco Patti, professore associato di Neurologia dell’Università di Catania ha infine dichiarato: “Quello che osserviamo, nel tempo, è la risalita dei linfociti. Cladribina compresse va somministrata dieci giorni il primo anno e dieci giorni il secondo anno”.
Merck ha presentato anche Adveva, un programma rivolto al paziente in trattamento con Cladribina compresse. 1 malati possono accedere a un sito internet, a un’applicazione e possono essere aiutati da un team composto da infermieri qualificati, disponibile sei giorni su sette, dalle 8 alle 20, al numero verde 800 102204. Il farmaco è ora disponibile in 53 Paesi del mondo, compresi gli Stati Uniti.
Redazione Nurse Times
Fonte: PharmaKronos
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