Il nostro giornale seguirà la manifestazione raccogliendo le dichiarazioni del segretario nazionale del Nursind Andrea Bottega
Roma, 28 gennaio – La mancata erogazione dell’indennità di specificità in manovra, una professione usurante, ma non riconosciuta come tale, una carenza di organico che costringe la categoria a fare i salti mortali, tra turni doppi, riposi saltati e ferie non godute.
Gli infermieri dicono basta e incrociano le braccia contro le mancate scelte del Governo: oggi, 28 gennaio, si fermano per 24 ore, a partire dalle ore 7, e aderiscono allo sciopero nazionale proclamato dal Nursind.
Manifestazioni e sit in si terranno da Nord a Sud Italia, in tutti i capoluoghi di regione.
A Roma l’appuntamento è in via di San Nicola De’Cesarini (Largo di Torre Argentina), area pedonale a pochi passi da Palazzo Vidoni, sede del Dipartimentodella Funzione Pubblica, dalle ore 10 alle ore 12. È prevista un’azione dimostrativa da parte degli infermieri.
A fine manifestazione, una delegazione del Nursind si recherà alla Funzione Pubblica per presentare le sue proposte.
Dove sono finiti i riconoscimenti?
Gli infermieri sono stanchi dopo due anni di attività intensissima dovuta alla pandemia, sono delusi delle promesse non mantenute e scioperano e manifestano.
Dopo i periodi di attività pesantissima in cui davvero non si sapeva che fare per questa malattia c’eravamo ed eravamo in prima linea con presidi di fortuna, con mascherine da riutilizzare, ad aprire reparti covid in ogni posto disponibile ad avere paura di ammalarsi, per se stessi e per i propri famigliari.
Poi abbiamo dovuto recuperare l’attività che si era fermata per permettere ai cittadini di non soffrire troppo i ritardi diagnostici e di blocco delle attività chirurgiche e siamo stati ancora in emergenza, in prima linea nelle terapie intensive, con le tute le maschere, le visiere, nei reparti a sempre ai tamponi sotto i tendoni, al freddo in invero e al caldo in estate
Poi è vento il momento delle ferie estive e anche li abbiamo risposto all’emergenza, per permetterci reciprocamente di riposare un poco e siamo stati di nuovo in prima linea nelle terapie intensive, con le tute, le maschere, le visiere, nei reparti a rispondere sempre, ai tamponi sotto i tendoni, al freddo in invero e al caldo in estate.
Poi è arrivata la seconda ondata ed eravamo di nuovo in prima linea, spostati di nuovo come pacchi da un reparto che chiudeva e uno covid che riapriva nelle terapie intensive, con le tute, le maschere, le visiere, nei reparti a rispondere sempre, ai tamponi sotto i tendoni, al freddo in invero e al caldo in estate..Poi di nuovo a rincorrere le attività sospese per fare fronte all’emergenza della seconda ondata.Gli infermieri stremati non hanno mai fatto mancare il loro apporto al sistema.
Poi sono arrivati i vaccini e gli infermieri, sempre lì, in prima linea a coprire turni su 12 ore spesso 7 giorni su 7 nelle terapie intensive, con le tute, le maschere, le visiere, nei reparti a rispondere sempre, ai tamponi sotto i tendoni, al freddo in invero e al caldo in estate.e negli hub vaccinali, 7 giorni su 7 12 ore al giorno.la politica diceva che non ci avrebbe dimenticato, le regioni dopo i primi stanziamenti per un poco di attività aggiuntiva pagata meno, sempre meno di quanto concordato a livello centrale, hanno continuato, per senso del dovere, sempre per non danneggiare la popolazione malata che ha bisogno e che guardiamo ogni giorno negli occhi.Un riconoscimento viene dato ai medici, da subito, a noi no, lo legano al rinnovo contrattuale, ci crediamo, continuiamo in emergenza, nelle terapie intensive, con le tute, le maschere, le visiere, nei reparti a rispondere sempre agli sguardi dei pazienti, ai tamponi sotto i tendoni, al freddo in invero e al caldo in estate.e negli hub vaccinali, 7 giorni su 7 12 ore al giorno.
Ora siamo alla quarta ondata, nelle terapie intensive, con le tute, le maschere, le visiere, nei reparti a rispondere sempre agli sguardi dei pazienti, ai tamponi sotto i tendoni, al freddo in invero e al caldo in estate.e negli hub vaccinali, 7 giorni su 7 12 ore al giorno.
Ci avevano promesso una piccola, piccola indennità, davvero poco rispetto al nostro impegno e al nostro valore, nelle terapie intensive, con le tute, le maschere, le visiere, nei reparti a rispondere sempre agli sguardi dei pazienti, ai tamponi sotto i tendoni, al freddo in invero e al caldo in estate.e negli hub vaccinali, 7 giorni su 7 12 ore al giorno, sempre li in prima linea, lo avevamo visto come un segnale.
Ora ci sono problemi con il tracciamento, con i tamponi, come risolviamo? Togliendoli agli infermieri e ai medici, nelle terapie intensive, con le tute, le maschere, le visiere, nei reparti a rispondere sempre agli sguardi dei pazienti, ai tamponi sotto i tendoni, al freddo in inverno e al caldo in estate.e negli hub vaccinali, 7 giorni su 7 12 ore al giorno.Hanno timore di contagiarsi, di essere asintomatici e di contagiare i loro cari?
Poco importa, non faranno nulla, continueranno a mantenere in piedi la macchina della sanità nelle terapie intensive, con le tute, le maschere, le visiere, nei reparti a rispondere sempre agli sguardi dei pazienti, ai tamponi sotto i tendoni, al freddo in invero e al caldo in estate e negli hub vaccinali, 7 giorni su 7 12 ore al giorno.
Ma oggi no ci fermiamo, siamo pochi? Non importa, i nostri colleghi stanno lavorando,nelle terapie intensive, con le tute, le maschere, le visiere, nei reparti a rispondere sempre agli sguardi dei pazienti, ai tamponi sotto i tendoni, al freddo in invero e al caldo in estate.e negli hub vaccinali, 7 giorni su 7 12 ore al giorno. tutti n indispensabili, nei contingenti minimi, ma noi protestiamo, protestiamo comunque perché ormai non ce la facciamo più a sostenere questo sistema con carenze di personale, che troppo poco ha fatto per implementare la sanità territoriale.
Il governo dopo avere stanziato un’ indennità piccola piccola ce la ferma legandola al contratto, un contratto che se va bene sarà firmato in quest’anno, ma non è così certo e noi nelle terapie intensive, con le tute, le maschere, le visiere, nei reparti a rispondere sempre agli sguardi dei pazienti, ai tamponi sotto i tendoni, al freddo in invero e al caldo in estate.e negli hub vaccinali, 7 giorni su 7 12 ore al giorno.
La regione che non riconosce nulla, tanto gli infermieri ci sono sempre, nelle terapie intensive, con le tute, le maschere, le visiere, nei reparti a rispondere sempre agli sguardi dei pazienti, ai tamponi sotto i tendoni, al freddo in invero e al caldo in estate.e negli hub vaccinali, 7 giorni su 7 12 ore al giorno. sempre troppo pochi negli altri reparti perché le risorse vanno deviate tutte lì, sull’emergenza, e gli infermieri sempre più stanchi, demotivati, sempre a sostenere la sanità, nelle terapie intensive, con le tute, le maschere, le visiere, nei reparti a rispondere sempre agli sguardi dei pazienti, ai tamponi sotto i tendoni, al freddo in invero e al caldo in estate.e negli hub vaccinali, 7 giorni su 7 12 ore al giorno. negli hub ma anche con i camper, davanti alle scuole, negli open day.
Oggi no, quei pochi che possono si fermano, oggi si sciopera, si sciopera per un contratto migliore, perché basta, siamo stanchi di portare tutto il peso della sanità senza nessun riconoscimento, senza di noi la sanità non può andare avanti e noi siamo delusi, stanchi demotivati ed ignorati da chi dovrebbe garantirci condizioni di lavoro dignitose, quello che chiediamo è il riconoscimento della nostra professionalità e la possibilità di esercitarla al meglio perché quanto valiamo davvero noi lo sappiamo e dovete smettere di fare finta di niente perché nelle terapie intensive, con le tute, le maschere, le visiere, nei reparti a rispondere sempre agli sguardi dei pazienti, ai tamponi sotto i tendoni, al freddo in invero e al caldo in estate.e negli hub vaccinali, 7 giorni su 7 12 ore al giorno. Potreste non trovare più la stessa professionalità
Redazione Nurse Times
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