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Schillaci sui medici di base: “Servono nuove regole d’ingaggio”

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Schillaci: "Contrastiamo le aggressioni al personale sanitario. Chi sceglie di fare il medico non può pensare solo all'aspetto economico"
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“Non faccio battaglie sul contratto della medicina genera, ma pretendo che lavorino un certo numero di ora e assicurino la presenza nelle case di comunità”. Lo afferma il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in Commissione Affari sociali della Camera per il seguito dell’audizione sulla situazione della medicina dell’emergenza-urgenza e dei pronto soccorso in Italia.

“Stiamo lavorando ad una revisione della medicina territoriale prendendo spunto anche dalle tante interlocuzioni avute quest’anno, che non andasse bene ne abbiamo avuto il riscontro durante la pandemia Covid – aggiunge Schillaci -. Non l’abbiamo sviluppata bene e sono stati tagliati posti letto in ospedale. Non sono per una visione ’ospedalocentrica’ perché serve anche il contributo della medicina territoriale. Quindi dobbiamo rivedere bene il contributo dei medici di base e quello che fanno, sono il baluardo dei cittadini rispetto alle richieste di salute. Ci stiamo parlando ma dobbiamo rivedere le regole di ingaggio, non ne faccio una questione di contratto, non mi appassione il fatto che diventino dipendenti del Ssn, ma devono dare un contributo orario nel Ssn e va fatto nelle strutture deputate alla medicina territoriale”.

Per Schillaci il tema della sanità territoriale e quello della medicina generale si collega direttamente a quello dei Pronto soccorso: “Il pronto soccorso rappresenta in ogni ospedale anche il biglietto da visita che la struttura offre ai cittadini che si rivolgono alla sanità pubblica. Proprio su questo luogo bisogna mettere grande attenzione, ma non possiamo cambiare in meglio l’offerta che si fa se non cambiamo a 360 gradi quella che è l’organizzazione attuale della sanità. Di fatto arrivano al pronto soccorso troppe persone che avrebbero bisogno di cure che possono essere erogate in altre situazioni. Abbiamo avuto per un anno dei tavoli di lavoro per rivedere sia il DM70 che il DM77, sulla riorganizzazione dell’assistenza territoriale: adesso stiamo tirando le conclusioni, poi faremo delle proposte”.

Caarenza di medici, fenomeno dei gettonisti e contributo degli specializzandi

Contro la carenza di medici, che sarà acuita nei prossimi 3-4 anni da molti pensionamenti, secondo Schillaci, occorre da un lato fronteggiare il fenomeno dei gettonisti e dall’altro lavorare per l’inserimento a pieno titolo nell’Ssn degli specializzandi: “La carenza di personale c’è sul comparto dei medici. Però se si guarda al fatto che le cooperative con i gettonisti i medici li trovano, allora una domanda occorre porsela. Lo scorso anno nel Decreto Bollette abbiamo cercato in maniera molto chiara di mettere via i medici gettonisti dal sistema sanitario nazionale. Perché è l’unico modo per far sì che poi quei medici magari rientrino con condizioni diverse e più giuste all’interno dell’Ssn”.

Ancora Schillaci: “La carenza dei medici poi va anche affrontata nei prossimi 3-4 anni dando un maggior spazio e una maggiore dignità professionale agli specializzandi: prima del Covid erano 5.000 l’anno, adesso siamo arrivati nei 3-4 anni post Covid ad averne addirittura 15.000. All’interno di questo noto con grande dispiacere da medico che molte borse non vengono occupate. Le specializzazioni che sono meno scelte oltre al pronto soccorso sono quelle nelle quali è di fatto difficile, se non impossibile, avere un’attività libero professionale autonoma. Cito sempre due esempi: l’anatomia patologica e la radioterapia”.

E ancora: “In futuro, con le neoplasie che purtroppo stanno aumentando moltissimo, soprattutto devo dire con grande dolore nelle fasce di età più giovani, come possiamo ipotizzare di avere un ospedale in cui non ci sono gli anatomopatologi o i radioterapisti? Quando si sceglie di iscriversi alla facoltà di Medicina non può avere come unico obiettivo quello del guadagno. Sto cercando di fare anche all’interno delle università con la Crui, Conferenza rettori Università italiane, una ’moral suasion’. “Leggiamo che mancano 20-30 mila medici, le stime sono più o meno queste, ma abbiamo nel sistema, in pancia, circa 45 mila medici. Gli specializzandi sono medici, quindi in armonia con le scuole di specializzazione non possiamo fare a meno del loro contributo qualificato”.

Superamento del tetto di spesa e assunzioni

“Se non mettiamo forze nuove dentro il Servizio sanitario nazionale e non assumiamo medici e personale è difficile pensare che l’Ssn possa continuare a offrire ciò che offre, come fa tra mille problemi – conclude Schillaci – . Ciò si collega a punto che mi sta molto a cuore: il vincolo assunzionale sui tetti di spesa. Ci sto lavorando dal primo giorno che sono diventato ministro. L’ho dichiarato e sono fortemente convinto che entro l’anno dopo 17 anni – perché il tetto di spesa risale al 2007- riusciremo a superarlo e questo è il risultato più importante”.

Redazione Nurse Times

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