Sanità, Nursing Up De Palma: “Arriva una prima risposta concreta alle nostre richieste, ultima in ordine di tempo, quella presentata lo scorso 29 dicembre sul tavolo del Ministro della Salute, Professor Orazio Schillaci”.
Allargamento della libera professione agli infermieri e alle altre professioni del comparto non medico: si tratta di un emendamento, e sarebbe a tempo, fino al 2026, con un massimo di 8 ore settimanali. Siamo di certo di fronte ad un passo in avanti di non poco conto, ma lo sblocco del vincolo di esclusività rimane un capitolo troppo importante per il futuro del nostro SSN, su cui invitiamo Ministero e Parlamento ad intervenire con maggiore coraggio».
ROMA 6 FEBB 2023 – «Giunge in queste ore quella che potrebbe rappresentare una risposta concreta alle nostre battaglie e alle nostre richieste, ultima in ordine di tempo quella presentata sul tavolo del Ministro Schillaci lo scorso 29 dicembre.
L’ emendamento in questione, il 4.0.10, prevede una sorta di “allargamento pro tempore” della libera professione agli infermieri italiani e agli altri operatori sanitari, come ad esempio le ostetriche.
Accogliamo, almeno in parte, positivamente quanto sta accadendo, dal momento che siamo di fronte ad evoluzione concreta che riguarda uno dei dei capisaldi delle nostre lotte e del nostro impegno quotidiano al fianco degli operatori sanitari.
L’emendamento porta la prima firma dell’On. Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato.
Si tratta di un provvedimento che , se approvato, resterà valido fino alla data del 31 dicembre 2026, e che darebbe la possibilità agli infermieri e alle altre professioni sanitarie, di godere dello sblocco del vincolo di esclusività al di fuori dell’orario di servizio, e precisamente per un periodo complessivo settimanale non superiore a otto ore, durante il quale non si applicherebbero le norme sull’incompatibilità.
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Siamo di fronte a un capitolo importante dell’enorme racconto che riguarda la delicata realtà infermieristica e delle altre professioni sanitarie non mediche. Non si possono commettere errori.
Da anni, il nostro sindacato, combatte alacremente per vedere realizzato un obiettivo sacrosanto da parte degli infermieri e delle altre professioni sanitarie pubblici dipendenti, ovvero l’estensione della possibilità di svolgere la libera professione alla quale oggi sono ammesse solo le qualifiche sanitarie della dirigenza, medici in primis.
Lo scorso 29 dicembre, ancora una volta, “siamo scesi in campo”, e con una nostra delegazione abbiamo presentato una proposta chiara al nuovo Ministro della Salute, Prof. Orazio Schillaci.
Riteniamo sia stata accolta positivamente, anche se , per ora, solo in parte. Ci vuole maggior coraggio.
Abbiamo fatto sentire ancora una volta la nostra voce e in tal senso qualcosa, in seno alla maggioranza, finalmente si è mosso.
Lo sblocco del vincolo di esclusività per gli infermieri e le altre professioni sanitarie rappresenta una svolta epocale, linfa vitale per un sistema sanitario che va ricostruito dalle fondamenta. Non smetteremo mai di ribadirlo.
Certamente, l’ accoglimento del l’emendamento di cui si parla, rappresenterebbe un passo in avanti, ma non quel traguardo decisivo a cui tutti gli infermieri aspirano.
Le nostre richieste non prevedono, e questo lo abbiamo sottolineato anche in occasione dell’ultimo incontro con la delegazione ministeriale, vincoli o limiti temporali per l’allargamento della libera professione agli infermieri italiani.
Le attuali disposizioni legislative prevedono che i Dirigenti Sanitari Medici possano optare per il rapporto di lavoro esclusivo scegliendo di svolgere attività libero professionale all’interno di una azienda sanitaria.
Tutto questo, che incomprensibilmente non viene previsto anche per gli infermieri e le altre professioni sanitarie del comparto, continua a rappresentare una spada di Damocle sulla testa di un sistema sanitario destinato in questa maniera a non crescere affatto, con tutte le conseguenze che ne derivano per la qualità delle prestazioni offerte ai cittadini.
Il vincolo di esclusività per gli infermieri , come noto, era stato allentato, con risultati incoraggianti, soltanto per consentire loro , in qualità di dipendenti pubblici, impegnati nella campagna vaccinale, di effettuare vaccinazioni anche dopo il loro orario di lavoro (DL 41/2021).
Tutto questo, lo dicemmo dal primo momento durante il periodo nero del Covid, non ci bastava affatto e abbiamo continuato imperterriti la nostra battaglia.
Una sanità italiana in profonda crisi, continua De Palma, con un sistema in difficoltà come quello in cui operano ogni giorno, sul campo, i nostri valenti professionisti, vittima di una carenza di personale che assume i contorni della voragine, non può prescindere dall’ indispensabile allargamento della libera professione agli infermieri, alle ostetriche e a tutti gli altri professionisti sanitari del comparto.
E non possiamo nemmeno dimenticare lo stato di profonda crisi nel quale “galleggia” la sanità privata: nell’ottica di creare un fondamentale filo conduttore tra questa e la e sanità pubblica, l’allargamento della libera professione agli infermieri e agli altri professionisti del comparto non medico, potrebbe essere l’impulso che ci vuole, per giungere finalmente alla soluzione della grave penuria di professionisti. Una priorità su cui non è possibile scendere a patti.
D’altronde, le battaglie che hanno contraddistinto il nostro cammino nel corso dell’anno appena concluso, a partire dalla firma del nuovo contratto e all’ottenimento dell’indennità di specificità infermieristica, possono e devono avere un indispensabile filo di continuità anche in questo 2023 appena iniziato nel quale, inevitabilmente, al fianco degli operatori sanitari, continueremo a lottare per il raggiungimento di obiettivi rispetto ai quali non intendiamo arretrare di un millimetro.
E’ fondamentale liberare gli infermieri e gli altri professionisti del comparto della sanità pubblica dal lacciolo incomprensibile del vincolo di esclusività. Ma per fare questo, occorre , finalmente che Governo e Parlamento abbiano il coraggio di realizzare veri cambiamenti», conclude De Palma.
Redazione NurseTimes
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