Riceviamo e pubblichiamo un comunicato redatto dalle segreterie metropolitane di Cgil, Spi e Fp Cgil, secondo le quali servono gli stati generali della salute per immaginare un nuovo piano sociosanitario e sociale.
La tenuta dell’offerta sociosanitaria del nostro territorio è sempre più in difficoltà e rischia di uscire in condizioni molto difficili dalla crisi sanitaria in corso. Serve una sanità pubblica di prossimità (nell’ospedale e nel territorio) per cittadini, donne, uomini, giovani, pensionati, che garantisca il diritto alle prestazioni e un servizio di qualità, anche con il rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
“Come Cgil, Spi e Fp Cgil abbiamo deciso di costruire un percorso di mobilitazione e sensibilizzazione nei confronti dei lavoratori e dei cittadini dell’Ulss Serenissima, che inizierà con presidi in tutte le sedi ospedaliere del nostro territorio (vedi allegato, ndr)”, dichiarano Daniele Giordano (Cgil), Daniele Tronco (Spi Cgil) e Marco Busato (Fp Cgil). E’ indispensabile un ripensamento delle politiche socio sanitarie da parte della Regione Veneto, rimettendo al centro la qualità dell’assistenza e la presa in carico delle persone.
Queste le date della mobilitazione:
- Venezia, 23/3 davanti al Giustinian dalle 7:30 alle 9:30;
- Dolo, 25/3 davanti all’ospedale dalle 12 alle 15;
- Mestre, 29/3 davanti all’Ospedale dell’Angelo dalle 12 alle 15;
- Venezia, 30/3 davanti all’Ospedale Civile dalle 12 alle 15;
- Mirano, 31/3 davanti all’ospedale dalle 12 alle 15;
- Noale, 1/4 davanti all’ospedale dalle 12 alle 15;
- Chioggia, 4/4 davanti all’ospedale dalle 12 alle 15.
Le prestazioni arretrate sono un tema molto importante, che riguarda la salute dei cittadini e colpisce in particolare modo i pensionati, che sono la parte della popolazione che più di tutti ha pagato l’emergenza sanitaria e che rischia di avere anche le ricadute peggiori per l’impossibilità di rispondere ai bisogni di salute in tempi adeguati.
“Come Cgil – proseguono Giordano, Tronco e Busato -, mettiamo in campo una serie di proposte che riguardano tutto il territorio dell’Ulss Serenissima, alcune a carattere generale e altre su singole problematiche territoriali”.
Per questo riteniamo che sia indispensabile:
- l’attuazione della programmazione prevista dalle schede ospedaliere e territoriali in tutto il territorio dell’Ulss Serenissima;
- la pianificazione dei servizi territoriali, con il potenziamento di quelli domiciliari e con adeguamenti di personale;
- un dipartimento di prevenzione che svolga l’azione di vigilanza del tessuto produttivo per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e per la promozione della prevenzione nel territorio;
- condivisione dei progetti del Pnrr che prevedono un potenziamento della sanità territoriale;
- flessibilità oraria e attenzione ai tempi di vita e di lavoro per affrontare il disagio del pendolarismo con regole trasparenti per la mobilità extra area.
DOLO/MIRANO/NOALE
- Ritornare alla programmazione prevista dalle schede ospedaliere e territoriali (superando l’ospedale Covid);
- Adeguamento degli spazi dei presidi di Dolo e Mirano (es. Pronto soccorso di Mirano) per offrire un servizio adeguato alla popolazione, e apertura dopo più di dieci anni di quello di Dolo, garantendo gli organici;
- Far riaprire l’area materno infantile e il punto nascite di Dolo;
- Va fermata la privatizzazione strisciante dei servizi di riabilitazione;
- Nessun trasferimento di laboratori e servizi verso Mestre, ma mantenimento dei Laboratorio analisi e dell’Anatomia patologica;
- Attivare i 40 posti di ospedale di comunità previsti e i 45 posti letto di riabilitazione sia a Dolo che Mirano;
- Garantire tempi certi per la realizzazione della nuova sede distrettuale di Mira.
- Vanno garantiti i servizi oggi attivi all’interno della struttura di Noale con chiarezza sulla programmazione di quest’area, e vanno completate le ristrutturazioni necessarie, aprendo i posti letto delle strutture intermedie previste dalla programmazione regionale;
- Va fermata la privatizzazione del servizio di fisioterapia;
- Si deve aprire un tavolo che discuta del futuro di questa struttura perchè riteniamo che non vi sia chiarezza rispetto all’utilizzo di questo presidio e sulla sua vocazione territoriale, dato che è stato prima utilizzato per ricoveri Covid e ora per l’accoglienza dei profughi.
MESTRE
- L’ospedale risulta strutturalmente sottodimensionato e serve una verifica su quali investimenti fare. Vanno reperite risorse adeguate, perché le esigenze strutturali non possono andare a scapito degli investimenti sui servizi territoriali e sulla prevenzione.
- La Regione deve necessariamente intervenire per una revisione del progetto di finanza.
Serve accelerare sul nuovo Distretto e una verifica sull’allocazione delle case della comunità, dato che non pare essere per nulla adeguata la collocazione in via Cappuccina.
VENEZIA
- Riconoscere la specificità veneziana con finanziamenti e risorse adeguate;
- Spazi per i servizi ospedalieri e territoriali;
- Investimenti tecnologici e di edilizia sanitaria;
- Risorse per incentivare chi lavora a Venezia, con navette di collegamento per l’ospedale gratuite, con parcheggi riservati gratuiti, con alloggi/foresterie a prezzi calmierati;
- Attuare la casa della comunità all’interno del Giustinian;
CHIOGGIA
- Evitare che il presidio ospedaliero perda pezzi importanti di specialistica a causa della carenza di medici infermieri e oss. Vanno potenziati i servizi territoriali (neuropsichiatria infantile, disabilità, salute mentale).
- L’ospedale di comunità va completato e deve ritornare alla sua vocazione territoriale di sostegno ai pazienti convalescenti (e non una lungodegenza), e si apra al più presto l’hospice, che aspettiamo da anni;
- La casa della comunità va pensata e organizzata fuori dal presidio ospedaliero. Si dica chiaramente quali servizi pubblici rimarranno nella Cittadella Sanitaria di Cavarzere.
Ai problemi specifici dei singoli presidi ospedalieri non possiamo che denunciare le gravi condizioni del personale.
La situazione, in termini di carenza del personale è drammatica e si sostanzia nella mancanza di:
- 224 medici, 11 veterinari, 21 dirigenti sanitari, 7 dirigenti PTA;
- 179 infermieri, 75 oss, 38 tecnici sanitari, 21 assistenti sanitari, 14 tecnici della riabilitazione, 13 tecnici del Dipartimento di Prevenzione e 75 amministrativi.
Questo viene ulteriormente aggravato dalla necessità di recuperare. Dobbiamo recuperare migliaia tra prestazioni specialistiche, interventi chirurgici e screening sospesi durante l’emergenza Covid. Non è sufficiente la flessibilità organizzativa. Servono nuove assunzioni subito e la sostituzione di pensionamenti, sospensioni, gravidanze, malattie lunghe. E va affrontata l’annosa questione del personale con prescrizioni. Sono indispensabili anche modelli di turno che riducano il peso del lavoro e garantiscano i riposi dovuti, aumentare la percentuale del part-time, flessibilità oraria e di accesso allo smart working, convenzioni con asili nido, centri servizi e la mobilità garantita per i lavoratori che da anni fanno pendolarismo.
Come Cgil riteniamo che serva un deciso cambio di passo, che dimostri come da questa pandemia si voglia uscire con più sanità pubblica e con maggiori investimenti pubblici sulle nostre strutture. “Come sindacato – concludono Giordano, Tronco e Busato – chiediamo con chiarezza alla Regione Veneto di aprire gli stati generali della salute in tutto il territorio per costruire un nuovo piano sociosanitario che affronti i cambiamenti della sanità dopo questa fase emergenziale, che non potrà più essere quella di prima, e metta al centro il rilancio della sanità pubblica e la valorizzazione di chi ci lavora, che è stata l’ancora di salvezza per reggere, con grandi difficoltà, la bufera della pandemia”.
ALLEGATO: Volantino delle iniziative
Redazione Nurse Times
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