Tra gli estimatori di Roberto Speranza, ma pure tra i sostenitori di Giorgia Meloni, non manca chi è conrario all’eventuale scelta della senatrice di Forza Italia. Soprattutto per le sue posizioni in tema di lotta alla pandemia e campagna vaccinale.
Sono passati appena tre giorni dalla chiamata alle urne e già infuria la polemica su alcune scelte che la futura premier Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) potrebbe compiere una volta a capo del nuovo Governo. Anche sulla scelta del successore di Roberto Speranza al ministero della Salute. Nell’elenco dei pretendenti figurerebbe infatti la senatrice milanese Licia Ronzulli, 47 anni, ex infermiera con una specializzazione in management ospedaliero. Prima di capire il motivo delle polemiche legate al suo nome, conosciamola meglio.
Nel 2003 è diventata dirigente responsabile del coordinamento delle professioni sanitarie all’Irccs Galeazzi di Milano. Dal 2005 è volontaria della onlus Progetto Sorriso Nel Mondo, con la quale ogni anno si reca in Bangladesh con un’equipe chirurgica specializzata nella cura dei bambini malformati.
Numerosi anche gli incarichi occupati fuori dall’ambito sanitario. Dal 29 aprile 2015 al 13 gennaio 2017 è stata membro del Consiglio di amministrazione di Fiera di Milano SpA, in qualità di vicepresidente e consigliere indipendente. Tifosa del Milan, a giugno 2015, negli incontri di Arcore, ha giocato un ruolo importante come intermediaria nella trattativa, poi saltata, per la vendita del club di Silvio Berlusconi all’imprenditore thailandese Bee Taechaubol.
A proposito del rapporto con l’ex presidente rossonero, non mancano particolari scottanti. Dalle intercettazioni delle telefonate tra lo stesso Berlusconi e l’imprenditore Giampiero Tarantini è emerso che Ronzulli partecipava all’organizzazione delle serate a Villa Certosa, organizzando gli spostamenti aerei e smistando le ospiti nei bungalow. In quelle intercettazioni Berlusconi si riferiva a lei affermando: “E’ qui a farmi da segretaria”.
E veniamo alla carriera politica. Candidata nel collegio uninominale di Cantù per il Centrodestra (Forza Italia) in occasione delle elezioni politiche 2018, è stata eletta al Senato con il 56,80% dei consensi, superando la candidata del Centrosinistra, Savina Marelli (19,76%), e quella del Movimento 5 Stelle, Elena Alquati (18,20%). E’ quindi diventata presidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza ed è anche membro della Commissione Industria, commercio, turismo di Palazzo Madama.
Ma a chi non va giù che Licia Ronzulli possa essere scelta come prossimo ministro della Salute? A parte gli estimatori di Roberto Speranza, che nella candidatura della senatrice di Forza Italia vedono una mancanza di continuità con la linea tracciata dal ministro uscente, a osteggiarla sono sopratutto i no vax, che non dimenticano le sue dichiarazioni sulla lotta alla pandemia e sulla campagna vaccinale.
Posizioni molto nette, quelle espresse da Ronzulli in tema di Covid. Oltre ad aver depositato nel 2021 un disegno di legge che proponeva l’introduzione dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico, la senatrice ha più volte ribadito in televisione la propria ostilità verso i no vax. “Bisogna fermare la pandemia dei non vaccinati – ha detto nel novembre 2021 a La7 –. Dobbiamo continuare a convincere le persone che non si vogliono vaccinare. Io penso che il Governo avrebbe dovuto introdurre l’obbligo vaccinale dall’inizio”. E lo scorso aprile, postando una card con la notizia delle rare reazioni avverse, ha commentato: “Cari (si fa per dire) no vax, la storia vi ha dato torto. In questi mesi avete diffuso ovunque false notizie e teorie complottiste, e avete urlato di tutto e di più. Fortunatamente la realtà non mente mai”.
Posizioni che, a detta del popolo no vax, ma anche di alcuni sostenitori del Centrodestra, contrasterebbero con le dichiarazioni più volte rese da Giorgia Meloni, sempre critica su alcune restrizioni, in particolare sul Green Pass. Ancora un mese fa la futura premier affermava: “L’unica intelligenza artificiale l’ha usata la Sinistra per impedire agli italiani di andare al lavoro, e si chiama Green Pass. Noi lo abbiamo contestato”. E anche nel comizio di chiusura della campagna elettorale era stata durissima, parlando di “modello cinese” di Speranza: “Non piegheremo più le nostre libertà fondamentali a questi apprendisti stregoni. Difenderemo il diritto alla salute, insieme ai valori fondamentali della nostra civiltà”.
Senza dimenticare il programma di Fratelli d’Italia in materia di sanità, dove si legge che l’obbligo vaccinale andrebbe sostituito con “informazione, promozione e raccomandazione” alla vaccinazione per “fasce d’età a rischio e fragili”. Prima del voto, inoltre, il partito della Meloni assicurava che non ci sarebbe stata “nessuna reintroduzione” del Green Pass. E garantiva l’impegno a istituire una commissione d’inchiesta sulla gestione medica ed economica della pandemia, nonché sulle reazioni avverse da vaccino.
Va da sè che gli stessi sostenitori di Fratelli d’Italia interpreterebbero l’eventuale ascesa di Licia Ronzulli al ministero della Salute come un tradimento. Soprattutto alla luce della famosa frase pronunciata da Giorgia Meloni dopo il successo elettorale: “L’Italia ha scelto noi e noi non la tradiremo”.
Redazione Nurse Times
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