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Sanità, Nursing Up: «Caro Ministro Speranza, è tutta la professione infermieristica a dover essere inquadrata come usurante»

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Nursing Up, De Palma: «Sosteniamo con forza l’emendamento Carnevali. Dopo mesi di lotta, all'orizzonte c'è la libera professione»
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De Palma «Plauso al suo richiesto riconoscimento per i colleghi dei pronti soccorsi, ma chiediamo che la sua iniziativa, e quindi il suo intervento presso il Ministro Orlando, venga estesa anche al resto degli infermieri ed agli altri colleghi che, come le ostetriche ad esempio, garantiscono giorno per giorno la complessa macchina assistenziale negli ospedali italiani».

ROMA 6 LUGLIO 2022 – «Apprendiamo, in queste ore, che il Ministro della Salute, On. Roberto Speranza, si è fatto portavoce di una lodevole iniziativa, scrivendo di suo pugno, al Ministro Orlando, per intervenire in tempi brevi per conferire, agli infermieri e agli altri operatori dei nostri pronto soccorsi, il tanto atteso riconoscimento di professione usurante.

Sinceramente, ci meravigliamo, e non vuole essere affatto una presa di posizione contro il Ministro della Salute, ma una serena e attenta riflessione, dei toni trionfalistici con i quali l’opinione pubblica sta accogliendo i contenuti della missiva di Speranza».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«E’ indiscutibile, e tutto questo non può non essere evidenziato agli occhi della collettività, che tutta la professione infermieristica è, da sempre, assieme alle altre professioni sanitarie assistenziali come quella dell’ostetrica, una professione usurante.

Nessuno di loro può essere escluso da un riconoscimento del genere, per il quale il nostro sindacato si sta battendo alacremente da lungo tempo.

Così come i colleghi dei pronto soccorsi, lo meritano ampiamente anche quelli delle terapie intensive, quelli delle sale operatorie, e sarebbe una grave forma di sperequazione escludere anche un solo infermiere o ostetrica degli ospedali italiani da un provvedimento di tale portata.

Nello scorso febbraio, mi fu concesso, continua De Palma, di tenere un’audizione in Senato in merito a un disegno di legge che, ahimè, ancora non è diventato realtà.

E’ l’articolo 1 del dlsg 67/2011 a stabilire quali sono i lavori cosiddetti usuranti, ossia quelle attività che richiedono un impegno fisico e mentale particolarmente elevato da giustificare un accesso anticipato al trattamento pensionistico rispetto alle altre categorie di lavoratori.

In tali disposizioni, purtroppo oggi, gli infermieri rientrano solo in via residuale tra la generalità dei lavoratori notturni, e alla fine, quelli che beneficiano effettivamente di tali previsioni sono pochi, perché l’attività usurante viene riconosciuta solo nei casi in cui i dipendenti prestino servizio per almeno 6 ore del periodo notturno e per un minimo di 78 notti ogni anno.

Sono poi considerati come usuranti anche quei lavori in cui l’impiego nella fascia 24:00-05:00 è di sole 3 ore, ma per un periodo di lavoro pari all’intero anno lavorativo.

Come è possibile, ce lo chiediamo da tempo, che fin ora non siano stati tenuti in alcuna considerazione elementi probanti come la qualità, la tipologia e le peculiarità del servizio infermieristico, nonché il forte carattere stressogeno dell’attività svolta e l’elevata valenza usurante che esprimono tali funzioni professionali ? Quanto conta tutto questo agli occhi della collettività?

E in virtù di tutto ciò, come possiamo solo pensare che un riconoscimento di tale portata possa non includere, indistintamente, tutti i professionisti interessati, reparto per reparto?

Dalla politica, ce lo auguriamo, arrivi finalmente quella sterzata decisiva, necessaria per intraprendere la strada maestra della valorizzazione degli infermieri e delle altre professioni sanitarie, responsabili della presa in carico del paziente, come le ostetriche, solo per esempio.

Non possiamo sperare di ottenere determinati legittimi obiettivi camminando con il freno a mano tirato, guardando altri correre davanti a noi e sorpassarci, arrivando poi mestamente ultimi al traguardo, per accontentarci della solita pacca sulla spalla», chiosa De Palma.

Redazione NurseTimes

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