La situazione di degrado assoluto nella quale versava la camera di degenza del San Giovanni Bosco che ospitava la paziente ricoperta da formiche sarebbe stata segnalata più volte dagli infermieri.
In considerazione della sospensione del personale, un gruppo di dipendenti ha voluto comunicare la propria intenzione ad intraprendere azioni legali verso i dirigenti ospedalieri.
Riportiamo di seguito la lettera in versione integrale:
I sottoscritti operatori in servizio presso il P. O. S. G. Bosco, a seguito di quanto accaduto nel reparto di Medicina la notte tra il 9 e il 10 novembre 2018, esprimono vicinanza al medico e agli infermieri coinvolti in tale vicenda, nonché il dissenso verso la decisione della Direzione di sospendere i colleghi dal servizio.
Sono anni ormai che tutti gli operatori di questo P. O. lavorano in condizioni di estrema difficoltà, per le ben note e più volte ribadite carenze strutturali e di organico e che mettono a rischio quotidianamente la propria incolumità per garantire con serietà e professionalità assistenza ai pazienti.
Purtroppo invece di riconoscere l’impegno e la dedizione di chi con sacrificio cerca di svolgere il proprio lavoro, si tende a mortificare e umiliare gli operatori con ingiusti de inutili provvedimenti che tendono a coprire le responsabilità di chi da tempo ha abbandonato tutti gli ospedali della ASL NA1 Centro per favorire l’apertura dell’Ospedale del Mare.
Nello specifico episodio che ha portato alla sospensione di un medico e di tre infermieri, che hanno avuto la “colpa” di essere di turno quella notte, cosa che sarebbe potuta capitare a chiunque, si precisa che la presenza delle formiche in quella stanza era nota da giorni alla Direzione Sanitaria, ma nulla è stato fatto per risolvere il problema. Questo provvedimento è servito per coprire colpe altrui?
Se questo è il criterio, ci sentiamo tutti moralmente colpevoli e quindi sospesi.
Continueremo a svolgere il nostro lavoro con la serietà e la dignità di sempre ma ci auguriamo che venga fatta chiarezza su quanto accaduto, di attribuire le giuste responsabilità sull’accaduto e che questo possa essere un punto di partenza per migliorare la qualità del nostro lavoro e della assistenza agli ammalati.
I sottoscritti operatori comunicano ai Direttori in indirizzo di aver intrapreso azioni legali a tutela della Loro integrità professionale e, soprattutto, di quella dei diretti interessati del provvedimento di sospensione.
Anche in questa situazione emergerebbe come non sia più sufficiente scrivere in consegna la presenza di un problema strutturale o organizzativo sopperendo ad eventuali carenze.
Il lassismo della dirigenza di questo ospedale si sta ripercuotendo sugli stessi dipendenti, colpiti da un provvedimento di sospensione, ed indirettamente sulle categorie professionali coinvolte.
Che questa disavventura serva da esempio per molti altri professionisti sanitari: occorre denunciare in forma scritta alle autorità competenti e alle forze dell’ordine, non alla stessa dirigenza che ha creato consapevolmente il problema.
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