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SurgiBox: ora possibile effettuare un intervento chirurgico in sicurezza in ogni luogo

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Un dispositivo in grado di combinare i benefici dello stato dell’arte delle sale operatorie e la tecnologia presente nei più evoluti dispositivi di protezione individuale è stato realizzato dal Dr. Debbie Lin Teodorescu.

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Al tavolo operatorio portatile è stato dato il nome di “SurgiBox”, che letteralmente significa proprio scatola chirurgica.

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Questa piattaforma integra diverse tecnologie finalizzate a rendere più sicuri determinati interventi chirurgici, sia per gli operatori che per i pazienti.

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È stata realizzata come soluzione ai problemi che molti professionisti sanitari possono avere dovendo operare in condizioni estreme quali quelle che potrebbero verificarsi in occasione di un terremoto, un crollo di un palazzo o un attentato terroristico.

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Inizialmente venne pensato per essere utilizzato proprio sul campo di battaglia. Agli ideatori sembrava insano come l’essere umano potesse progettare sale operatorie ipertecnologiche negli ospedali delle grandi metropoli, mentre in molte parti del mondo, in occasione di un disastro, i chirurghi dovessero essere costretti ad operare utilizzando asciugamani, spruzzatori per innaffiare le piante con i quali combattere la polvere e palette ammazzamosche per garantire un ambiente idoneo ad un intervento chirurgico.

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La società che ha progettato SurgiBox vuole trasformare il concetto di sterilità necessaria per eseguire in sicurezza un intervento chirurgico.

 

L’attuale paradigma prevede che, per proteggere il paziente, sia necessario rendere sterile tutto l’ambiente nel quale l’equipe operatoria lavori.

 

“Non esiste un reale bisogno di così tanta sterilità. La reale necessità è proteggere il sito chirurgico. Quindi, anziché dover gestire un intero locale nel quale operare, abbiamo deciso di controllare ciò che accade attorno all’incisione, isolandola in un ambiente sterile.”

 

Gli inventori intendono ridurre il rischio infettivo creando una vera e propria camera di isolamento che impedisca a qualsiasi agente patogeno di entrare a contatto con il sito chirurgico.


“Abbiamo lavorato accanto a centinaia di chirurghi per sviluppare una tecnologia appropriata, semplice da utilizzare ed efficace. Le più comuni fonti di contaminazione che abitualmente esistono nelle sale operatorie verrebbero bypassate grazie a questo strumento.”

 

SurgiBox sarà ora sperimentato anche sull’uomo. Secondo uno studio pubblicato nel 2015 sulla rivista scientifica “The Lancet”, ci sarebbero 5 miliardi di persone a non avere accesso a cure chirurgiche sicure: ad oggi si stima che più di 85000 persone ogni anno vengano infettate nel luogo dell’operazione, e circa a 18 milioni non siano garantite operazioni di routine.

 

Tutto ciò genererebbe un incremento della mortalità a livello globale che, grazie a SurgiBox, potrebbe essere evitato.

 

Simone Gussoni

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