Il caso riguardante l’Rsa di Gromo, in valle Seriana, è un lampante esempio di perdita di posti di lavoro derivante dalla riorganizzazione del lavoro.
La Fondazione che gestisce la struttura avrebbe pensato di inserire nuovo personale infermieristico sul turno della notte, rimuovendo però il personale di supporto presente.
Durante il turno di notte pertanto sarebbero presenti solo infermieri, ma molto probabilmente potrebbe diventare così anche di giorno.
Questo perché la direzione della struttura ha pensato di licenziare i 6 dipendenti con qualifica OSS e ASA per assumere 3 nuove Infermiere.
L’appalto con la Cooperativa Socilnis, che in passato ha sempre garantito la presenza delle figure di supporto infermieristico, è stato bruscamente interrotto. Le operatrici, in servizio presso la struttura da oltre 15 anni, si trovano improvvisamente senza lavoro.
“È nelle facoltà della Fondazione riportare al proprio interno figure professionali per migliorare il proprio servizio e garantire coperture assistenziali migliori – afferma Alessandro Locatelli della Fisascat Cisl di Bergamo – ma bisognerebbe fare una riflessione di carattere generale sulla mancanza di una normativa che tuteli i processi di internalizzazione dei servizi.
Infatti ad oggi quando un’azienda decide di operare come la RSA di Gromo, riappropriandosi di un servizio che anni prima aveva esternalizzato a terzi, i lavoratori e le lavoratrici di quel servizio, anche se vi operano da anni, non hanno alcuna tutela e salvaguardia del proprio posto di lavoro e solamente gli accordi sindacali come avvenuto in diverse occasioni possono garantire tali occupazioni.
Il nostro rammarico è che nella situazione di Gromo non si è raggiunto un accordo e 6 lavoratrici hanno perso un posto di lavoro occupato in modo diligente da anni”.
Non è ancora chiaro se il personale di supporto mancante verrà sostituito attraverso nuove assunzioni dirette di OSS e ASA, o se le 3 infermiere neoassunte andranno a sostituire anche le figure ausiliarie ora mancanti.
Ci auguriamo che l’Ordine Provinciale degli Infermieri bergamasco possa fare chiarezza su quanto si prospetta essere un imminente e lampante caso di demansionamento ai danni dei professionisti infermieri assunti presso questa struttura residenziale.
Simone Gussoni
Fonte: BergamoNews
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