Ieri l’attesa manifestazione organizzata da Simeu. I sanitari dell’emergenza urgenza hanno lanciato un drammatico appello.
Medici e gli infermieri del pronto soccorso in piazza a Roma per protestare contro le condizioni di lavoro sempre più difficili, tra carenze di organico e una domanda che cresce. Un sit-in organizzato “per salvare la medicina d’emergenza urgenza, e quindi l’intero sistema sanitario nazionale”. Ad organizzarlo è stata la Simeu, la Società scientifica dei medici dell’emergenza. “Manca personale e in Italia i pronto soccorso sono a rischio”. Questo il grido di allarme lanciato in piazza Santi Apostoli.
Un concetto rilanciato da Salvatore Manca, presidente nazionale Simeu: “Il nostro messaggio è drammaticamente banale: senza un’emergenza urgenza efficace, senza un servizio di pronto soccorso strutturato e all’altezza delle reali necessità, non può esistere un efficiente Servizio sanitario nazionale. Parliamo a ragion veduta, perché, nonostante le carenze, continuiamo a mantenere in funzione i servizi. Ma siamo arrivati in fondo”.
“Il profondo disagio vissuto dai professionisti di emergenza urgenza coincide con le inaccettabili condizioni in cui versano i pazienti in molti pronto soccorso – spiega Fabio De Iaco, responsabile dell’Accademia dei direttori Simeu –. Medici, infermieri e pazienti pagano il prezzo delle medesime carenze, tra attese infinite per un posto letto, strutture inadeguate e le difficoltà legate a personale numericamente insufficiente. Medici e infermieri dell’emergenza urgenza sono trattati con indifferenza da troppo tempo, nonostante il tremendo carico psico-fisico che sostengono, per un impegno professionale che non trova paragoni nell’ambito del sistema sanitario nazionale. Vorremmo essere percepiti per quel che siamo: dai professionisti come colleghi, dalle istituzioni come interlocutori tecnici, dai cittadini come difensori dei diritti dei pazienti”.
“In Italia, nel 2019, si sono contati un totale di 24 milioni di accessi in pronto soccorso, orientativamente un’emergenza ogni 90 secondi – ricorda società scientifica -. Oggi non solo non diminuiscono, ma aumentano. Nel 2021 le performance peggiorano perché le capacità di risposta si sono ridotte”. E ancora: “Oggi mancano all’appello 4mila medici, che rappresentano circa il 30% della struttura organica necessaria per far funzionare adeguatamente i pronto soccorso, e questo non è solo un numero che impressiona per la sua grandezza”.
“Non sappiamo come potremo affrontare l’inverno – ribadisce Andrea Fabbri, responsabile del Centro studi e ricerche Simeu –. Solo negli ultimi due anni, dall’inizio della pandemia, abbiamo subito una perdita netta complessiva di circa 2mila medici”. Non solo: “In realtà il depauperamento degli organici di pronto soccorso viaggia, secondo la rilevazione che abbiamo terminato proprio in questi giorni, a un ritmo ancora più veloce: circa 2mila medici solo nell’ultimo anno. Questi numeri ci indicano che ogni due professionisti che abbandonano troviamo una sostituzione solo per uno di essi. Viviamo ormai in un perenne stato di allerta e ogni giorno è peggiore di quello precedente”.
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