È stata inaugurata nell’ambulatorio del centro di accoglienza gestito dai volontari del carcere Regina Coeli.
Non avere i soldi per l’aspirina, l’analgesico, ma neanche per un farmaco vitale come l’insulina. Sono gli ultimi tra gli ultimi, i senza dimora, appartenenti alla fascia più emarginata tra i 4 milioni di italiani – lo dice l’Istat -, che rinunciano alle cure mediche per mancanza di mezzi. Proprio per loro nasce la farmacia di strada, inaugurata nell’ambulatorio del centro di accoglienza gestito dai volontari del carcere di Regina Coeli, la Vo.Re.Co. onlus.
Grazie a un protocollo tra aziende e associazioni di categoria, da settembre 2018 sono state raccolte e donate agli indigenti – anche attraverso gli ambulatori solidali – quasi 9mila confezioni di medicinali, per un valore di oltre 88mila euro. A tagliare il nastro, assieme al presidente del Vo.Re.Co., nonché cappellano Regina Coeli, padre Vittorio Trani, c’erano la dottoressa Lucia Ercoli, direttrice di Medicina solidale, il presidente della Fondazione Banco Farmaceutico, Sergio Daniotti, il presidente di Assogenerici,Enrique Hausermann, il presidente di Fofi (Federazione Ordini dei farmacisti italiani) Andrea Mandelli.
La farmacia solidale distribuisce soprattutto analgesici, antipiretici, antiipertensivi e gastrointestinali. Il progetto sperimentale della farmacia di strada è stato avviato lo scorso anno a Roma con il supporto dell’Elemosineria Apostolica e in collaborazione con l’Ateneo di Roma Tor Vergata per realizzare una rete di sei ambulatori di strada nella capitale. La nuova farmacia è un tassello importante della rete della sanità solidale romana, che da decenni – soprattutto grazie alla Caritas – cura i più poveri.
Spiega Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico: «Abbiamo raccolto 7.372 confezioni di farmaci, per quasi 67mila euro, donati dalle aziende di Assogenerici. Più altre 1.566 confezioni, per 22mila euro, donati da altre aziende che regolarmente collaborano con Banco Farmaceutico. Un totale di 32 categorie terapeutiche coperte e 17 aziende donatrici».
Protagonisti sono gli stessi farmacisti volontari, gestori del il magazzino di Cinecittà, che ha raccolto i farmaci donati e poi dispensati secondo le prescrizioni rilasciate dagli ambulatori solidali di Medicina solidale: sei in tutto, per circa 15mila assistiti. Lucia Ercoli, direttore di Medicina solidale e responsabile scientifica del progetto, spiega che «la nascita della prima farmacia di strada è un atto concreto per andare incontro alle “periferie esistenziali” indicate da Papa Francesco». Ma l’azione del volontariato non deve intendersi come supplenza al ruolo delle istituzioni: «Intendiamo sostenere, stimolare e pungolare il Servizio sanitario nazionale perché assolva in pieno la sua missione».
Gli utenti della farmacia di strada sono al 70-80% senza fissa dimora, italiani e stranieri. «Vengono qui – spiega Stefano Giorgi, medico volontario – perché nei pronto soccorso spesso sono rifiutati». Qui trovano anche colazione, cena, consulenze giuridiche. E farmaci, a volte salvavita: «Viene un ragazzo diabetico che, senza l’iniezione, rischierebbe di morire», dice padre Trani.
Redazione Nurse Times
Fonte: Avvenire
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