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Roma, eseguito impianto di cellule staminali autologhe su ragazzo affetto da cecità monolaterale

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Roma, eseguito impianto di cellule staminali autologhe su ragazzo affetto da cecità monolaterale
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L’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma è, ad oggi, l’unica struttura pubblica del Ssn autorizzata all’uso del farmaco Holoclar.

È stato eseguito all’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma un impianto dell’unico farmaco al mondo a base di cellule staminali autologhe coltivate in laboratorio e approvato per l’uso su pazienti affetti da cecità monolaterale a causa di ustioni corneo-congiuntivali. Si tratta di Holoclar, prodotto dalla cell factory del Centro di Medicina rigenerativa di Modena (diretto dai professori Graziella Pellegrini e Michele De Luca). Approvato nel 2015 dall’Ema, si tratta del primo farmaco a base di cellule al mondo, e dal 2017 è disponibile e prescrivibile dalle strutture del Sistema sanitario nazionale in Italia.

L’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma è, ad oggi, l’unica struttura pubblica del Ssn autorizzata all’uso del farmaco, vista la particolare complessità delle procedure che portano dalla diagnosi della malattia al suo utilizzo. Con Holoclar è stato trattato e operato un ragazzo romano di 26 anni che circa un anno fa ha subito una gravissima ustione corneale da scoppio di un petardo.

Il paziente ha subito nel corso di quest’anno numerosi interventi chirurgici mirati alla riparazione dei danni causati dal trauma alle strutture del volto, con l’intento di ripristinare un terreno favorevole all’impianto delle cellule. L’innesto del farmaco a base di cellule staminali autologhe coltivate è stato condotto dal direttore dell’UOC Oculistica della AOSGA, dottor Augusto Pocobelli, e dal suo staff, che da oltre dieci anni si occupa della cura dei danni causati dai traumi chimici sulla cornea e sulla cute del volto.

“La procedura – ha spiegato Pocobelli – prevede un vero e proprio intervento chirurgico in cui viene preparata e ripulita dalla cicatrici la zona di cornea resa opaca dall’azione devastante delle sostanze chimiche quali soda caustica, idrossido di calce e acido cloridrico senza dimenticare il danno indotto da una causticazione termica. I pazienti che hanno necessità di avere questa terapia non sono molti in Italia , ma il fabbisogno annuale è calcolato in circa 40/50 casi, si tratta soprattutto di lavoratori dell’industria, giovani (età media 40 anni) che ricevono un impatto spesso devastante sulla qualità della vita e sulla capacità di lavoro e quindi di produzione del reddito mentre non va sottovalutato l’impatto che, in alcuni casi ben noti, la violenza di genere ha determinato su giovani donne che hanno subito danni gravissimi da ustioni da acido sul volto e sugli occhi”.

“Devo ringraziare la Regione Lazio, che sostiene la nostra Azienda nell’acquisto e nell’ applicazione di questa terapia molto costosa sui pazienti residenti nel nostro territorio – ha detto il direttore generale Tiziana Frittelli. Un esempio di come l’accesso a servizi e prestazioni di qualità è sempre garantito e sostenuto dal servizio sanitario pubblico a vantaggio a tutela della salute di tutti i cittadini”.

Redazione Nurse Times

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