A un anno dalla morte per Covid l’infermirere del San Filippo Neri “rivive” nell’opera realizzata sulla parete esterna della stazione a pochi passi dall’ospedale.
Promessa mantenutra. A un anno dalla sua morte per Covid l’indimenticato infermiere Luciano Quaglieri, per tutti Lucianone, è stato omaggiato con un murale sulla parete esterna della stazione San Filippo Neri della linea Roma-Viterbo, a pochi passi dall’ospedale in cui lavorava. L’opera, annunciata mesi fa dal Comune e sostenuta da una petizione con migliaia di firme e dall’impegno personale dell’ex sindaco Virginia Raggi, è stata completato nei giorni scorsi, tra lacrime di gioia e malinconia.
Allegro, variopinto, ma anche struggente, per via dell’espressione sincera e della bandana colorata dalla quale Luciano, 47 anni, non si separava mai. Il murale ritrae un eroe della quotidianità, un gigante buono – efra alto più di due metri – che svolgeva il proprio lavoro con passione, oltre che un amorevole marito e padre di due figlie. Un angelo volato via troppo presto, che ora i viaggiatori possono ricordare con un pensiero commosso, prima di salire sul treno.
«Questo murale – spiega il consigliere Sandro Chinni, firmatario della mozione in Municipio – rappresenta un simbolo per gli operatori sanitari che hanno perso la vita e per quelli che continuano a sacrificarsi. Luciano era un esempio di professionalità e dedizione».
Il primo a voler rendere omaggio all’infermiere eroe era stato un neurochirurgo del San Filippo, Shahram Sherkat, che aveva lanciato una petizione firmata da quasi 50mila cittadini. Questo il suo appello: «Ora, ragazzi, tocca riunirci sotto quel murale il 13 novembre, a un anno dalla morte di Lucianone, per abbracciare lui e tutti i nostri colleghi morti mentre combattevano».
Redazione Nurse Times
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