In futuro chi beve smodatamente e finisce all’ospedale dovrebbe pagare di tasca propria le spese ospedaliere.
Questa nuova etica si sta facendo sempre più strada nelle diverse regioni italiane, tanto che molte sono le proposte di superticket per chi non ha cura di sé. Lo Stato, infatti, come è scritto nella Costituzione, tutela la salute come diritto dell’individuo e interesse della collettività e, di conseguenza, le cure sono garantite a tutti.
Un principio di civiltà, questo, che ha pochi uguali nel mondo.
Ma quando l’individuo danneggia volutamente la propria salute bevendo, fumando, mangiando cibi grassi, non facendo alcuna attività sportiva, è giusto che le conseguenze ricadano sulla collettività?
O non dovrebbe in qualche modo esistere una differenza nell’assistenza a chi ha cura di sé e a chi, invece, lede la propria salute?
In Gran Bretagna, per esempio, chi viene sottoposto a bypass aorto-coronarico è tenuto a dichiarare il proprio impegno a smettere di fumare. Se non lo fa, le cure sono a pagamento.
La tassa francese sulle bibite gassate o quella sui grassi saturi della Danimarca riflettono lo stesso atteggiamento: penalizzare anche economicamente chi sceglie alimenti dannosi per la salute.
Buona parte delle spese sanitarie attuali e future dipendono dagli stili di vita dei cittadini dei paesi industrializzati e di questo passo le risorse per la sanità non basteranno più per nessuno.
Se non si riescono a ottenere risultati con le raccomandazioni, sarebbe così sbagliato intervenire sulle tasche degli irresponsabili?
La Provincia di Bolzano, con una regolamentazione sui trasporti con ambulanza, giugno 2010, ha deciso di escludere dai casi considerati urgenti, che darebbero diritto al trasporto gratuito, quelli relativi all’abuso di alcol.
Chi dopo un viaggio al pronto soccorso viene trovato con un tasso di alcol nel sangue superiore all’1,5 per mille, paga il costo dell’ambulanza.
A seguire le proposte regionali di Umbria, agosto 2012, e Toscana, febbraio 2015, proponendo un superticket da 150 euro per gli ubriachi che si rivolgono al pronto soccorso. Il problema riscontrato dai medici del pronto soccorso è che nei fine settimana, dopo una certa ora, è ormai normale abitudine che arrivi un numero elevato di ubriachi, sempre di più ragazzi e giovani. La spesa ricade sui contribuenti, ma non è giusto perché chi beve e chiede aiuto, deve anche partecipare alle spese, in quanto chi ha soldi per l’alcol, ne ha anche per le cure.
Sabina Piazzolla
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