Non ci sono solo gli attesi aumenti in busta paga, che sfiorano i 300 euro lordi di media al mese e che si vedranno a inizio 2024. Nel Contratto dei medici per il quale è stata appena firmata la pre-intesa all’Aran con i sindacati arrivano anche una serie di paletti ben precisi evocati a gran voce dai camici bianchi su guardie, reperebilità e sull’extra orario, che si è trasformato soprattutto nei duri mesi del Covid in centinaia di ore “regalate” all’ospedale da parte dei medici. Ora il nuovo Contratto mette ordine anche per provare ad arginare la fuga dei camici bianchi, stanchi e stressati, verso il privato o addirittura all’estero.
Aumenti in busta paga e più tutele sul lavoro
Sul piano del trattamento economico il Contratto riconosce a 135mila medici (120.063 medici e 14.573 dirigenti sanitari non medici) aumenti complessivi medi mensili di 289 euro per 13 mensilità e arretrati compresi tra i 6mila e oltre 10mila euro pro capite, che saranno erogati alla firma definitiva al termine dell’iter di controllo. Oltre agli incrementi economici – il Contratto stanzia in tutto 618 milioni – l’accordo prevede importanti passi in avanti riguardo al trattamento normativo del personale in tema di orario di lavoro, pronte disponibilità e guardie mediche. Temi questi caldisssimi dopo tre anni di pandemia e maxi carenze in corsia che hanno stravolto la vita dei medici tra turni massacranti e straordinari infiniti facendo anche esplodere il fenomeno dei medici gettonisti esterni pagati per coprire un turno anche oltre mille euro.
Stop al lavoro extra “regalato” agli ospedali
Tra gli interventi più attesi nel nuovo Contratto c’è lo stop al lavoro “regalato” oltre le 34 ore più 4 contrattualmente dovute, su cui le sigle sindacali hanno fatto quadrato: con il nuovo accordo superato un tetto definito che varierà da ospedale a ospedale (secondo un algoritmo) le ore andranno recuperate entro 12 mesi. Il punto riguarda il comma 3 dell’articolo 27 relativo all’orario di lavoro, grazie al quale viene di fatto ristretta l’applicabilità del comma 3 dell’articolo 15 della Legge 502/92. Un articolato che rendeva possibili da parte delle aziende sanitarie interpretazioni così estensive da portare alla cancellazione per i medici, in quanto dirigenti, di centinaia di ore lavorate oltre alle 34 + 4 contrattualmente dovute. Ora con il nuovo Contratto arriva il riconoscimento e il recupero di queste ore di lavoro.
Più tutele su guardie, reperibilità e sedi di lavoro
Tra gli altri punti qualificanti del Contratto – come sottolineati anche dal sindacato Anaao Assomed (la principale sigla dei camici bianchi) – ci sono anche una riduzione di guardie e reperibilità, lo sblocco delle carriere, il riconoscimento delle ferie anche in caso di trasferimento ad altra azienda, l’impossibilità di fare guardie o reperibilità contemporaneamente in più presidi e anche l’eliminazione del servizio esterno per gli ospedali e presidi ospedalieri che alimentava il fenomeno dei medici “globetrotter”. In pratica, per coprire i buchi i sanitari potevano essere chiamati a coprire un turno in una sede ospedaliera magari distante della stessa azienda sanitaria. Ad arginare il fenomeno c’è anche la norma contrattuale che prevede la definizione della sede di lavoro e della sede di guardia. Previste anche maggiori tutele per i medici in formazione (gli specializzandi) con un riconoscimento più certo di ruolo, diritti e competenze.
Facilitazioni sul ricorso al part-time
Le donne medico rappresentano il 54% dei professionisti under-65, ma, nonostante i numeri, la professione medica declinata al femminile presenta ancora, in vari casi, forti criticità nella conciliazione dei tempi vita-lavoro. Dei passi avanti significativi arrivano però dal nuovo Contratto appena firmato: dal part time ai percorsi di carriera “sono previste delle novità che favoriranno in primo luogo proprio le professioniste della sanità”. sottolinea Andrea Filippi, segretario medici e dirigenti Ssn di Fp Cgil.
Il Contratto fa dei passi in avanti sul part time: “Ad oggi la richiesta è limitata e non supera il 10% tra i medici del Ssn, ma tra i richiedenti il 90% sono donne. Un freno era rappresentato finora dalla prevista decurtazione del 50% sulla voce dell’indennità di esclusività, che sul totale dello stipendio pesava dai 600 ai 1000 euro al mese”. Con le nuove norme, sottolinea Filippi, “tale decurtazione è stata eliminata e questo credo che faciliterà l’utilizzo del part time andando incontro soprattutto alle donne medico”.
Meno discrezionalità nella progressione di carriera
Altro nodo è quello della carriera (oggi ci sono poche donne primario). “Negli ultimi 20 anni – chiarisce il segretario medici e dirigenti Ssn di Fp Cgil – le aziende ospedaliere, anche per inerzia, raramente hanno proceduto all’assegnazione degli incarichi all’interno dei reparti. Gli incarichi da assegnare ai singoli professionisti, previsti contrattualmente, oltre a implicare una maggiore remunerazione rappresentano anche degli step necessari per un percorso di carriera. La novità del nuovo Contratto è che prevede una tempistica precisa per la loro assegnazione, limitando la discrezionalità delle aziende. E’ chiaro che questa norma, pur interessando tutti i medici, avrà una ricaduta positiva soprattutto sulle donne medico per le quali le opportunità di carriera non sono sempre al pari dei colleghi uomini”.
Redazione Nurse Times
Fonte: Il Sole 24 Ore
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