Un’indagine di Testbusters evidenzia forti criticità nella riforma voluta dalla ministra Bernini, tra costi elevati, stress prolungato e rischio di sovraffollamento negli atenei.
Una riforma contestata: l’indagine di Testbusters
La recente riforma dell’accesso ai corsi di laurea in Medicina, promossa dalla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, ha suscitato ampie polemiche. Secondo un’indagine condotta da Testbusters, realtà specializzata nella preparazione ai test universitari, su oltre mille studenti intervistati, circa l’80% si dichiara contrario al nuovo sistema, ritenendolo inefficace e fonte di stress prolungato. Solo il 4% degli intervistati si sente più sicuro riguardo al proprio futuro accademico.
Il nuovo modello: semestre aperto e selezione posticipata
La riforma prevede l’abolizione del test d’ingresso tradizionale, sostituendolo con un semestre iniziale ad accesso libero, al termine del quale gli studenti dovranno affrontare tre prove finali. Solo coloro che supereranno queste prove potranno proseguire nel corso di laurea in Medicina. Secondo la ministra Bernini, l’obiettivo è garantire una selezione più equa, basata sulle competenze acquisite durante il primo semestre di studi.
Costi esorbitanti e sovraffollamento: le preoccupazioni degli studenti
Una delle principali critiche mosse alla riforma riguarda i costi elevati che essa comporterebbe. Si stima che il nuovo sistema potrebbe costare fino a mezzo miliardo di euro all’anno per il sistema pubblico, contro i 5-10 milioni del modello precedente. Inoltre, le famiglie degli studenti dovrebbero sostenere spese di affitto e materiale didattico per sei mesi, in uno stato di totale incertezza e con la probabile esclusione degli studenti temporanei dalle misure per il diritto allo studio.
Il rischio di sovraffollamento degli atenei è un’altra preoccupazione significativa. Con l’accesso libero al primo semestre, si prevede un aumento significativo degli iscritti, stimati tra i 70.000 e gli 80.000 studenti. Questo potrebbe compromettere la qualità dell’insegnamento, soprattutto in assenza di un aumento proporzionale di docenti e infrastrutture.
Impatto psicologico e rischio di perdita dell’anno accademico
L’indagine di Testbusters evidenzia anche l’impatto psicologico negativo del nuovo sistema. Per l’81% degli intervistati, sei mesi di valutazione continua genererebbero ansia e stress, con il rischio concreto, per chi non ha un “piano B”, di perdere un intero anno accademico.
Una soluzione al problema della carenza di medici?
La riforma è stata presentata come una risposta alla carenza di medici nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Tuttavia, secondo l’Anaao Assomed, principale sindacato dei medici ospedalieri, il numero chiuso a Medicina è un falso problema. Lo studio evidenzia che ci saranno 32.000 medici laureati in più dei pensionamenti previsti entro il 2030, e che la carenza attuale è legata più alla fuga dei medici verso il settore privato o l’estero che al numero di laureati.
Sarà fondamentale monitorare l’attuazione della riforma e valutare se essa riuscirà a raggiungere gli obiettivi prefissati senza compromettere la qualità della formazione medica in Italia.
Redazione Nurse Times
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