L’aumento di contagi potrebbe essere causato da una mutazione che rende la malattia più pericolosa.
La scarlattina sta tornando alla ribalta nel Regno Unito e in Australia. Si tratta di una patologia infettiva che ha ucciso migliaia di persone in tutto il mondo nel XIX secolo e che gli antibiotici hanno debellato già da qualche decennio.
Un team di esperti dell’Università del Queensland, in Australia, hanno cominciato a studiare la malattia dopo piccoli focolai in Asia nel 2011 e nel Regno Unito nel 2014, scoprendo come il batterio Streptococcus pyogenes, che ne è la causa, stia diventando più potente, dopo essere stato infettato da un altro virus. Tra il 2014 e il 2018, in Gran Bretagna, c’è stato un aumento del 68% delle infezioni. La scarlattina si manifesta con febbre, mal di gola, affaticamento ed eruzioni cutanee rosse. Sebbene sia più comune tra i bambini, può colpire anche adolescenti e adulti.
A spiegare il ritorno dalla malattia è il biologo molecolare australiano Stephan Brouwer. “Dopo il 2011, la portata globale della pandemia è diventata evidente con i casi riportati nel Regno Unito, a partire dal 2014, e ora in Australia. Il ritorno della scarlattina ha provocato un aumento dei contagi di oltre cinque volte, con più di 600mila casi in tutto il mondo”.
Il team che studia il cluster genico dello streptococco A, famiglia di cui la scarlattina è membro, ha scoperto come i batteri abbiano acquisito un nuovo modo di infettare l’ospite. Si tratta di un processo chiamato trasferimento genico orizzontale: un gene si è evoluto in un genoma virale essenzialmente clonato nel Dna del nuovo ospite. Ciò rende molto più difficili le cure con trattamenti antibiotici convenzionali, poiché il batterio è più integrato nel sistema.
Redazione Nurse Times
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