Accordo in merito alla prevenzione del rischio biologico in ambiente sanitario
E’ questo il titolo della proposta recapitata via mail dall’Assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna, il Dott. Sergio Venturi, ai Sindacati nella quale per alcune “delle aree sanitarie ad alto rischio” è prevista, per gli operatori sanitari, la vaccinazione contro morbillo, parotite, rosolia e varicella, malattie prevenibili con la vaccinazione.
I reparti individuati, dall’Assessore Venturi, sono quelli di oncologia, ematologia, trapianti, neonatologia, ostetricia, pediatria, malattie infettive, pronto soccorso e rianimazione.
Dopo l’introduzione lo scorso anno dell’obbligatorietà dei vaccini, in età neonatale, che ha suscitato non poche polemiche, sembra palesarsi all’orizzonte un altro caso spinoso.
Difatti, per gli operatori sanitari che dovessero rifiutare le vaccinazioni si profilerebbe il trasferimento in altre unità operative, “a mansioni equivalenti o, in difetto, a mansioni inferiori, garantendo il trattamento corrispondente alle mansioni di provenienza”.
L’Assessore ha inviato assieme alla proposta, che riguarderebbe circa 10.000 lavoratori, un Dossier redatto da 14 esperti operanti nella Regione, nel quale si spiega che “Le vaccinazioni negli operatori sanitari hanno una triplice valenza. Proteggono l’utente del servizio sanitario; l’operatore sanitario, che per motivi professionali è maggiormente esposto al contagio; tutelano il servizio sanitario che, in situazioni epidemiche, potrebbe fronteggiare una carenza acuta di personale”.
I dati sul morbillo, ad esempio, secondo l’ultimo bollettino pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità parlano di 4885 casi segnalati, dall’inizio del 2017 al 10 dicembre ultimo scorso, di cui 4 decessi e 315 operatori sanitari coinvolti. E’ di questi giorni, peraltro, il primo decesso per morbillo del nuovo anno.
Nel periodo di picco influenzale, che ha visto i Pronto Soccorsi (P.S.) annaspare alla ricerca di posti letto per far fronte all’epidemia tanto da richiedere il coinvolgimento in talune Regioni anche dei MMG (medici di medicina generale) per fronteggiare i codici bianchi e verdi negli stessi P.S.., appare chiaro come una campagna vaccinale efficace avrebbe potuto ridurre il numero di persone colpite, anche tra gli operatori.
Gli operatori sanitari, sebbene invitati dalle proprie Aziende Sanitarie, sono restii a sottoporsi alle vaccinazioni in Italia. Secondo Fausto Francia, ex capo del Dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl della Regione Emilia-Romagna, solo il 20% dei medici in regione si vaccina.
Di contro alcune realtà del Nord America, dove l’obbligatorietà di alcuni vaccini per gli operatori sanitari è già prevista, pena l’allontanamento ed il licenziamento dell’operatore sanitario stesso che non si sottoponesse alle stesse. Negli Stati Uniti, ad esempio, gli operatori che non si sottopongono alla vaccinazione anti-influenzale sono costretti a lavorare con la mascherina tutto l’anno.
Questa proposta dell’Assessorato alla Sanità della Regione Emilia-Romagna non mancherà di sollevare un ampio dibattito sulla questione vaccinazioni obbligatorie per gli operatori sanitari ed apre a nuovi scenari, dove potrebbero essere interessati altri professionisti, come ad esempio, quelli della scuola.
Rosaria Palermo
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