Giannoni (Nursind): «Invitiamo l’assessore e il presidente della Regione Toscana a fare un sopralluogo reale, anziché presenziare solo nelle grandi occasioni a favore di telecamera».
«La Dirigenza dell’Asl e gli amministratori smettano di vantarsi in tv e sui giornali della gestione del DEAS di Careggi. Ogni giorno, nei corridoi del pronto soccorso, decine di persone sono costrette ad aspettare per ore o giornate intere sulle barelle, con picchi di 45 pazienti lasciati nel “limbo”, in attesa di poter accedere ai reparti. Praticamente un reparto nel reparto, dove il rischio clinico è altissimo e non sono previsti né pasti né acqua né servizi dedicati». L’accusa arriva da Paolo Porta, consigliere nazionale Nursind, sindacato autonomo degli infermieri.
«La riduzione dei posti letto e del personale – dichiara ancora Porta – ha creato il caos. Le “isole”dove i pazienti sono accompagnati per le visite preliminari accolgono oltre 20 persone alla volta anziché dieci come previsto. Nei box si visitano due pazienti per volta, senza nessuna tutela della privacy e della dignità personale. E dopo le visite, i pazienti sono costretti ad attendere sulle barelle. Per chi sosta nei corridoi non è prevista assistenza dedicata. Questi pazienti sono lasciati in carico agli infermieri di turno al pronto soccorso, già di per sé in numero non sufficiente. Spesso si tratta di persone anziane, che devono seguire precise terapie. In una situazione del genere diventa molto difficile seguire il paziente e il rischio di sbagliare cresce enormemente. Con ciò che ne consegue in termini di salute degli assistiti e di pressione sui lavoratori».
Come era prevedibile, il problema si è acuito nell’ultimo periodo. «Durante le festività natalizie abbiamo assistito a un flusso di pazienti senza paragoni – continua il consigliere nazionale Nursind –, ma l’affluenza è elevata in ogni periodo dell’anno, così come in ogni momento del giorno e della notte. E gli infermieri sono costretti a reinventarsi tuttologi, incaricati di occuparsi di pazienti con le patologie più diverse, con una perdita delle competenze che va a scapito prima di tutto del paziente. Essendo pochi, gli infermieri sono ridistribuiti dove c’è bisogno, indipendentemente dal reparto in cui si sono formati e specializzati. I turni, inoltre, sono gestiti in maniera non chiara. Ma non c’è da stupirsi: le due persone incaricate di stabilire gli orari, ad esempio, sono state in ferie per l’intero periodo delle festività natalizie, quando il pronto soccorso si trovava ad affrontare il picco dei ricoveri e una situazione di emergenza».
Non manca, infine, una stoccata da parte di Giampaolo Giannoni, responsabile regionale Nursind: «Invitiamo l’assessore regionale al Diritto alla salute e il presidente della Regione Toscana a fare un sopralluogo reale al DEAS di Careggi, anziché presenziare solo nelle grandi occasioni davanti alle telecamere».
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