La nuova bozza, modificata dal Mef, dovra ora essere esaminata dalla maggioranza.
Ieri mattina, dopo le ultime modifiche apportate dal ministero dell’Economia e finanza per venire incontro alle richieste dei partiti, la nuova bozza del Recovery Plan è arrivato sulla scrivania di Giuseppe Conte. Ora il premier effettuerà una verifica con la maggioranza, prima di decidere se portare il documento, che delinea il Piano di ripresa e resilienza da 196 miliardi, all’esame del Consiglio dei ministri.
Crescono le risorse a disposizione della sanità. Si calcola che ammonteranno a circa 18 miliardi, il doppio di quanto stabilito inizialmente (9 miliardi). Un aumento reso possibile grazie all’intesa raggiunta col ministro per il Sud e la coesione territoriale, Peppe Provenzano: molti progetti destinati alle aree svantaggiate saranno finanziati con una parte dai fondi europei per la coesione territoriale, che già erano previsti nel tendenziale, ma non erano stati ancora ancora programmati.
Resta da definire la struttura che dovrà presiedere all’attuazione del Piano, coordinando e verificando l’attività dei ministeri e delle altre amministrazioni coinvolte. Inoltre Conte dovrà prendere posizione sulla richiesta avanzata da Matteo Renzi di prendere in prendere in prestito dall’Europa anche le risorse che il Mes (Meccanismo europeo di stabilità, noto anche come fondo salva-Stati) è pronto a erogare per la sanità.
Resta in piedi l’ipotesi di mediazione, che prevede di chiedere solo parzialmente il prestito (12 dei 36 miliardi possibili), e solo per sostituire finanziamenti nazionali, in modo da non aggravare il debito pubblico. Ma anche questa soluzione potrebbe essere evitata grazie all’aumento delle risorse per la sanità previste nel Pnrr.
Redazione Nurse Times
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