Nella bozza si punta su assistenza di prossimità e telemedicina, ma pure su innovazione, ricerca e digitalizzazione.
Sono 9 i miliardi destinati alla sanità secondo la bozza di Recovery Plan (vedi allegato) all’esame del Consiglio dei ministri: 4,8 miliardi destinati all’assistenza di prossimità e alla telemedicina; i restanti 4,2 a innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria. “Le dinamiche e i trend di settore – spiega il Piano – individuano nell’invecchiamento della popolazione e nel conseguente aumento della cronicità, la sfida più importante da affrontare”. Il Recovery Plan prevede, anche il potenziamento della formazione del personale sanitario e lo “sviluppo di un modello di sanità pubblica ecologica”.
D’altra parte, sottolinea il piano: “Il quadro attuale dell’assistenza sanitaria territoriale, tuttavia, mostra elevata frammentarietà e significativi elementi di criticità: in particolare, l’Italia evidenzia un forte ritardo sulla diffusione dell’assistenza domiciliare rispetto agli altri Paesi Ocse (4% pazienti anziani rispetto alla media Ocse del 6%) e un’elevata disomogeneità territoriale di tutti i servizi residenziali e di prossimità (ca 300 Posto letto per anziani per 1000 abitanti). E ancora un’altra criticità è rappresentata anche dal sistema ospedaliero “che manifesta ritardi in particolare riguardo alla carenza e formazione del personale, ma anche in termini di vetustà delle apparecchiature tecnologiche e di riduzione dei posti letto”.
“A fronte di tale contesto, il sistema sanitario è giunto, inoltre, alla prova del Covid-19 manifestando elementi di relativa debolezza rispetto ai principali partner europei – ammette il Governo nel documento – e con un forte divario tra le Regioni italiane”. Di conseguenza la risposta del sistema sanitario all’avanzata della pandemia “è stata ostacolata da carenze nell’approvvigionamento di dispositivi medici e sanitari adeguati, nella disponibilità di organico, nella dotazione di infrastrutture, in particolare tecnologica e digitale, ma soprattutto riguardo una risposta assistenziale adeguata dell’assistenza territoriale, oltre a quella ospedaliera, sebbene quest’ultima, seppure con alcuni limiti, abbia mostrato nel complesso una buona capacità di risposta e di “tenuta”.
Concludendo: “Emerge quindi l’esigenza di intervenire con azioni di rafforzamento sia del sistema ospedaliero che, in particolare, dell’assistenza territoriale, il cui ritardo costituisce oggi una delle principali criticità del Ssn. Esso appare, infatti, debole e non omogeneo nella capacità di dare risposte integrate e multiprofessionali di natura sanitaria e sociosanitaria e, di conseguenza, non garantisce equità di accesso alla salute a prescindere dal contesto geografico e socio-economico”.
Redazione Nurse Times
ALLEGATO: Bozza Recovery Plan
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