Gentile Direttore di Nurse Times,
sono un infermiere di famiglia e comunità assunto da circa un anno nell’Asst Lariana, nel presidio di Como.
Bene, da quando sono stato assunto, non ho MAI visto il presidio di assegnazione in quanto in “allestimento “.
Non ho MAI iniziato il lavoro di infermiere di famiglia e comunità in quanto sono sempre stato assegnato a tutt’altri ambiti:
- vaccinazioni COVID adulti e bambini,
- tamponi drive-in e domiciliari,
- recupero vaccinazioni obbligatorie adolescenti (con tanto di giornate impegnate ad inviare email e raccomandate!),
- ambulatori multidisciplinari,
- e ultimo, ma non per importanza, vari reparti di degenza ospedaliera.
Ovviamente non ho una turnistica ben precisa in quanto viene inviata tramite WhatsApp quotidianamente, rendendo impossibile avere una vita al di fuori del lavoro.
Per condire il tutto, ho una media di 3-4 riposi mensili, con conseguenti ore e ore di straordinario “obbligatorio”. Questo sfogo per rappresentare quanto quest’azienda ospedaliera non abbia minimo rispetto e considerazione della nostra figura professionale.
L’infermiere di famiglia e comunità era una grande opportunità di crescita della professione e della qualità di assistenza territoriale, dimostratasi insufficiente a garantire anche i servizi di base. In realtà è diventato il jolly dell’ospedale, pronto a tappare lacune formatasi nel corso di questi ultimi anni di pandemia. Tornassi indietro, non accetterei mai l’incarico e rimarrei nel privato.
Redazione Nurse Times
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