Durante il massaggio cardiaco c’è il rischio di creare lesioni toraciche? E’ sicuramente una tra le tante domande più “attese” ai corsi di formazione.
Soprattutto nei percorsi rivolti ai laici, sono sempre più le paure “legali” che emergono nei discenti che vogliono imparare le tecniche di rianimazione. “Ma rischio di creargli una lesione costale? Posso fratturare lo sterno?“
Domande frequenti, sempre di più, mirate non alla curiosità, ma al rischio connesso agli aspetti legali.
Come se non ci si rendesse davvero conto di cosa è un arresto cardiaco, della gravità della situazione in cui riversa una persona in quel preciso istante. Come se davvero si potesse rischiare di essere imputati per aver salvato la vita di una persona.
Lesioni toraciche ed RCP: la ricerca
“Effect of chest compression on skeletal chest injuries: a retrospective study” è il titolo di uno studio che va proprio ad analizzare quali sono i danni provocati dal massaggio cardiaco e la loro entità.
274 pazienti in totale, (età media: 62,6 anni, 180 maschi), di cui 185 (68%) presentano lesioni toraciche scheletriche. I pazienti che riportano lesioni sono anche quelli con età più avanzata, oltre ad una frequenza maggiore di RCP preospedaliera. Ultimo fattore, ma non meno importante, i pazienti lesionati si dimostrano sottoposti a rianimazione cardio polmonare per un periodo temporale maggiore. L’analisi di regressione logistica multipla ha mostrato che l’età e la durata della RCP sono associate a lesioni toraciche scheletriche. La probabilità di lesioni toraciche scheletriche è maggiore nei pazienti di età superiore ai 60 anni rispetto a quelli di età inferiore ai 60 anni. In conclusione, l’età avanzata e la durata della RCP sono fattori associati ad un maggior rischio di lesioni toraciche scheletriche in pazienti adulti rianimati dopo arresto cardiaco.
Mi piace concludere sempre questa discussione con una riflessione. Riporto sempre le belle esperienze che vedono protagoniste le persone che sono state rianimate, e che spesso, fortunatamente, vanno a ringraziare i soccorritori.
Non è assolutamente da tutti, qualcuno può pensare che un soccorritore, sanitario o no, abbia semplicemente svolto il suo lavoro. Ma oltre il lavoro c’è l’umanità, ed è bello ricordarsi a vicenda quanto è importante la vita.
Arianna Michi
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