Home NT News Rapporto Aran sui rinnovi contrattuali nel pubblico impiego: inflazione erode stipendi anche in sanità
NT News

Rapporto Aran sui rinnovi contrattuali nel pubblico impiego: inflazione erode stipendi anche in sanità

Condividi
Aumento di stipendio per gli statali: 97,35 euro mensili in più a infermieri e oss
Condividi

Dopo la firma del Contratto 2019-2021, il comparto registra incrementi che non tengono il passo del carovita. I medici chiedono all’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni di sbloccare subito l’Atto di indirizzo e convocare quanto prima i sindacati.

Il 2022 è stato un anno ricco di novità per le buste paga dei dipendenti pubblici: quattro rinnovi contrattuali che hanno interessato il personale non dirigente di amministrazioni centrali, enti territoriali, sanità e scuola; gli adeguamenti delle indennità per i ministeriali; pagamento di arretrati che ha gonfiato i cedolini.

Tanta grazia non è però bastata a modificare gli andamenti di lungo periodo delle retribuzioni (tra 2013 e 2022), che nel pubblico impiego, sono cresciute del 6,1%, cioè meno della metà di un’inflazione del periodo pari al 13,8%. L’aggancio al carovita ha funzionato molto meglio nel settore privato. Soprattutto nell’industria, dove i contratti hanno tenuto il passo (+13,1%). Un po’ meno nei servizi, dove comunque gli aumenti (+9,8%) sono stati più vivaci di quelli pubblici.

E naturalmente non fa eccezione il mondo della sanità, che tra l’altro vede fermo il Contratto della dirigenza medica, essendo ancora da rinnovare quello 2019-2021. Come sottolineato da Antonio Naddeo, presidente Aran, dopo l’Atto di indirizzo saranno convocati i sindacati medici, sperando di arrivare alla firma del Contratto entro due-tre mesi. Il nuovo contratto, nelle intenzioni dell’Agenzia, dovrebbe portare un incremento medio del trattamento economico pari al 4,5%.

Va meglio per il personale non dirigente della sanità, per il quale si registrano incrementi superiori al 4% per tutti i comparti (con minime variazioni tra gli stessi), a fronte di una crescita dei prezzi al consumo pari al 2% nel triennio 2019-2021. Un ulteriore incremento del 2,9% nel comparto sanità si è inoltre verificato grazie all’indennità di specifica infermieristica.

Se si guarda solo al 2022, anno per il quale i dati sono limitati a settembre, si registra una consistente perdita del potere d’acquisto per tutti i comparti. Ciò a causa dell’inflazione annua, che a settembre era pari al 7,1% (ma la media annua a fine anno è salita all’8,1%). Per il settore pubblico l’aumento nominale dei salari si è limitato allo 0,9% (+1% per i non dirigenti, +0,7% per i dirigenti), mentre nel settore privato, esclusi i dirigenti, si è attestato intorno all’1% (+1,5% per l’industria, +0,5% per i servizi).

I numeri sono dettagliati nel Rapporto sui rinnovi contrattuali nel pubblico impiego, appena pubblicato dall’Aran. Le cifre, che per ragioni tecniche fotografano la situazione a fine settembre, necessitano di qualche piccolo ritocco, che però non cambierà il quadro. L’inflazione del decennio andrà infatti aggiornata al rialzo, verso quota 18,5%, perché la stima preliminare Istat parla di un incremento 2022 dell’11,6%, e non più del 7,3%, come indicato nei documenti di finanza pubblica (bisognerà attendere martedì prossimo per la stima definitiva).

Anche la crescita effettiva delle buste paga pubbliche a consuntivo sarà un po’ più alta per i contratti arrivati al traguardo solo a fine anno (ultimo quello della scuola). E proprio questo secondo aspetto evidenzia il problema di fondo: l’impatto dell’entrata in vigore dei rinnovi contrattuali porterà un apice degli incrementi incrementi di cassa stimato dall’Aran iintorno al 9%, ma si tratta in larga parte di un effetto ottico alimentato dagli arretrati, che sono ovviamente un una tantum e dipendono dal fatto che le intese riguardano un triennio già scaduto.

Per il rinnovo del Contratto del comparto sanità 2019-2021, arrivato nel 2022, ci sono voluti dieci mesi dall’invio dell’Atto di indirizzo. E per la successiva approvazione da parte dei comitati di settore, di verifica del Governo e di certificazione a cura della Corte dei Conti, ci sono voluti altri cinque mesi. L’Aran ricorda come in tutto siano 544.482 i dipendenti coinvolti dal rinnovo nel comparto sanità, mentre sono 134.636 quelli della dirigenza.

Altra questione di rilievo è il negoziato sui sistemi di classificazione professionale, che rappresentano “il crocevia di richieste non facilmente conciliabili”, come si legge nel Rapporto. Per l’Aran è importante che le soluzioni adottate favoriscano innovazioni organizzative, facilitino i processi di gestione delle risorse umane e siano economicamente sostenibili. L’equilibrio negoziale raggiunto negli accordi dei tre comparti che hanno introdotto una nuova disciplina in materia di ordinamenti professionali (funzioni centrali, sanità e funzioni locali) riflette queste differenti esigenze.

Il nuovo modello della sanità si articola su cinque aree. Dal nuovo ordinamento emergono una riduzione dei livelli di inquadramento giuridico e una tendenza all’unificazione di precedenti qualifiche. Inoltre si è giunti al superamento delle posizioni economiche e all’individuazione delle aree come unico elemento dell’inquadramento giuridico. L’individuazione delle professioni continuerà invece ad avvenire su base nazionale e al di fuori della contrattazione, attraverso una procedura che si conclude con l’adozione di specifici decreti.

“La specificità delle professioni di questo settore, particolarmente in ambito sanitario, molte delle quali collegate a strutturati percorsi di studio e di apprendimento formale o richiedenti l’iscrizione ad albi, rende oggettivamente difficile immaginare soluzioni o percorsi diversi e, in particolare, una trattazione del tema in ambito contrattuale”, si legge nel Rapporto dell’Aran.

“Fa molto piacere che l’Aran pubblichi questi dati – ha commenta Guido Quici, presidente del sindacato medico Cimo-Fesmed -. Potrà affrontare il rinnovo del contratto dei medici nella consapevolezza che i camici bianchi sono in credito dal punto di vista economico. Il potere di acquisto è diminuito e bisogna fare presto”.

In base ai numeri contenuti nell’Atto di indirizzo, Cimo-Fesmed ha calcolato un aumento a regime del 3,78%, corrispondente a 333 euro. “Si tratta di una media – spiega ancora Quici -, perché il primario guadagna di più, il neo-assunto di meno. Ma il vero guadagno per ognuno è in realtà inferiore, perché una quota parte di questa cifra va nei fondi contrattuali. Per questo chiediamo di sbloccare prima possibile l’Atto di indirizzo e convocare nel più breve tempo possibile i sindacati. Il ristoro economico derivante dall’incremento contrattuale sarà comunque marginale, e questo sarà un problema importante. Mi auguro che l’Aran non voglia limitarsi a sostenere l’Atto di indirizzo così com’è, perché nel caso prevedo tempi per il rinnovo ben maggiori a tre mesi”.

Redazione Nurse Times

Rimani aggiornato con Nurse Times, seguici su:
Telegram https://t.me/NurseTimes_Channel
Instagram https://www.instagram.com/nursetimes.it/
Facebook https://www.facebook.com/NurseTimes.NT

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati
Aadi: "Reintegrata infermiera sospesa e licenziata perché non vaccinata. Grande vittoria!"
NT News

Infermiera NoVax risarcita 7.000 €: la Sentenza 

Il Tribunale di Roma impone il rispetto del minimo vitale e del...

NT NewsPugliaRegionali

Elezioni RSU in Puglia: la Fials svetta con 11321 voti, Cgil seconda con 6230 voti. Tutti i numeri

Oltre 300mila votanti alle urne per le elezioni RSU Puglia confermano una...

Abusi sessuali su minore disabile: infermiere condannato
Emilia RomagnaNT NewsRegionali

Otto anni di reclusione per l’infermiere di Riolo Terme: abusò sessualmente di 4 pazienti fragili

Il GUP Janos Barlotti condanna in rito abbreviato un 34enne per abusi sessuali...

CittadinoEducazione SanitariaNT NewsRegionaliSicilia

Hiv, gli inibitori di capside potrebbero “silenziare” il virus per sempre

Gli inibitori del capside, una nuova classe di farmaci antivirali, potrebbero essere...