Il ragno violino è presente da sempre in Italia e non si hanno evidenze di una sua espansione o aumento della sua pericolosità. Con gli ultimi fatti di cronaca l’attenzione mediatica è aumentata e con essa anche la pressione sugli ospedali.
Il morso del ragno violino in sé non è letale ma il decorso va seguito con attenzione. Niente psicosi, però, dato che spesso si tratta di una lesione cutanea che senza infezione può essere gestita a casa e che solo in alcune situazioni può provocare gravi complicanze.
Partiamo dalle caratteristiche del morso del ragno violino: non è doloroso. Spesso la persona non si accorge neanche di essere stata morsa e di solito non ha conseguenze particolarmente rilevanti. Alcune ore dopo si sviluppa una vescica che nella maggior parte dei casi tende a rompersi, lasciando una ferita che evolve verso una restitutio ad integrum: nelle prime 24-48 ore il morso sembra simile ad una puntura di zanzara, soltanto dopo può formarsi un eritema spesso associato ad una crosticina, di dimensioni anche piuttosto ampie, il che vuol dire che la tossina è in grado di andare più in profondità.
In una minoranza dei casi dalla vescica si sviluppa una necrosi che poi lentamente regredisce e scompare.
Raramente questa necrosi può espandersi fino a dimensioni considerevoli, provocando danni seri all’area circostante il sito del morso.
Ancora non sono chiari quali siano i fattori che provocano l’insorgenza e l’espansione della necrosi.
Tra le possibili complicazioni il ragno violino con la puntura può veicolare nei tessuti batteri anaerobi che proliferano e complicano il decorso della lesione, provocando la liquefazione dei tessuti. Nelle situazioni più gravi oltre a febbre, rash cutaneo, ecchimosi, possono presentarsi danni ai muscoli, ai reni ed emorragie.
In caso di puntura sospetta vanno lavate abbondantemente le mani con acqua e sapone e tenere sotto osservazione la ferita. Se il decorso della ferita peggiora rivolgersi al Pronto Soccorso: se si è certi di essere stati morsi da un ragno occorre rivolgersi al Centro Antiveleni più vicino, possibilmente inviando foto dell’aracnide per l’identificazione o affidarsi a specialisti esperti, come dermatologi o infettivologi per una diagnosi precoce e tempestiva.
È possibile essere seguiti a distanza, senza ricorrere al Pronto Soccorso, anche con l’ausilio di foto trasmesse via mail o con il teleconsulto.
Presso il Centro Antiveleni di numerosi ospedali è attivo un servizio di video call dedicato ai pazienti che non possono raggiungere le stutture. Solo nei casi più gravi l’invito è quello di recarsi presso l’ospedale.
Nelle prime 24-48 ore il morso sembra simile ad una puntura di zanzara, soltanto dopo può formarsi un eritema spesso associato ad una crosticina, di dimensioni anche piuttosto ampie, il che vuol dire che la tossina è in grado di andare più in profondità.
La psicosi non è giustificata in quanto il ragno violino è una specie autoctona e non si sta verificando un aumento di questi aracnidi. Inoltre la probabilità di essere morsi è molto bassa in quanto si tratta di una specie non aggressiva.
Fonti: Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana ”Mariano Aleandri”
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