Introduzione di Giuseppe Papagni
Un articolo autobiografico scritto da Paolo Formentini, infermiere che dopo 25 anni di onorato servizio presso il 118, dismette la divisa con catarifrangenti che lo hanno visto protagonista in tanti interventi d’emergenza, indossando una semplice divisa bianca…Il racconto di Paolo è armonico, raccogliendo sensazioni ed emozioni di una professione portata sempre avanti con dignità e professionalità…non vi resta che leggerla.
…di Paolo Formentini
Il piacere di Re-indossare la divisa bianca
…dopo oltre 25 anni passati sulla strada, prima da volontario, poi da Professionista Infermiere, avendo avuto la rara fortuna di lavorare quasi esclusivamente nel mondo dell’emergenza extra-ospedaliera.
Tutto questo passando per i primi timidi corsi fatti da quattordicenne nella neonata A.V.A.P. della città vicina (correva l’anno 1984), fino ad approdare tardivamente ed ormai 25 enne alla Professione infermieristica. Dopo il classico esordio internistico/chirurgico eccomi finalmente con la divisa, il giubbotto ed i catarifrangenti, tra le mie amate sirene.
Il mondo dell’emergenza extra ospedaliera, vissuto da professionista degli albori, non è stato tanto facile. Nei primi tempi nessuno voleva l’ambulanza e in molti si rifiutavano di salirci: vuoi per paura di non essere professionalmente pronti, vuoi per il terrore indotto da dirigenti di alcune unità operative, vuoi per mille altri motivi… che ci crediate o no, l’arruolamento nel mondo delle 4 ruote e dello zaino non era una destinazione ambita!
Corsi e attrezzature erano alquanto strani e bizzarri…qualcuno si ricorda quello stupendo cuneo avvitatore usato leggendariamente per “aprire la bocca”? (in qualche ambulanza ogni tanto lo ritrovo, fra mille imprecazioni – ovviamente), o l’altrettanto famosa pinza bottonuta per “artigliare” la lingua? (rabbrividiamo anzichenò!); e gli zaini rigidi addirittura in alluminio?
I primi corsi BLS giunsero molto tempo dopo ed erano riservati a pochi eletti.
Se ti andava bene eri buttato sull’ambulanza e via…
Ricordo l’esordio, molto spesso l’autista che aveva molta più esperienza di me, suggeriva: “…piglia il sacco carica e via in sirena!!” perché quella era la scuola, la moda del momento…e guai a lamentarsi dei modi dell’autista!
Il defibrillatore, quello strumento fantascientifico, era per pochi eletti. Perché il defibrillatore il più delle volte non c’era o era stupidamente ed assurdamente chiuso a chiave nonostante i primi corsi abilitanti…
Tutto ciò mi ha portato attraverso i vari corsi EMT, IRC e via discorrendo, a crescere sia come persona che come Professionista. Ovviamente a mie spese.
Detto questo, dopo anni di convivenza in questo mondo, i casi della vita mi han portato anche ad occuparmi del piccolo reparto OBI di pronto soccorso, e dell’ ambulatorio. Il panico più grande era affrontare colleghi e personale medico…dopo anni di “HO RAGIONE IO” e di “intervieni sulla prima cosa che trovi”.
Di primo acchito il nuovo ruolo pareva difficile o addirittura meno qualificante dell’altro, poi, sarà per l’età, sarà per la minore necessità di adrenalina, sarà per una coscienza Infermieristica mai sopita la cosa ha cominciato ad essere soddisfacente.
La soddisfazione di poter dare risposte al paziente; la soddisfazione di essere capaci di proporre soluzioni nuove (es. ecografia infermieristica per cateterismi venosi/arteriosi/ vescicali) a colleghi e medici con la tranquillità dell’età e dell’esperienza.
Il piacere di far sentire che sei parte del team perché anche tu l’hai desiderato. La soddisfazione di scoprire quante cose si possono imparare e di apprenderle dal collega perennemente in divisa bianca da anni, una sorpresa continua.
L’ultimo vantaggio, ma quello è difficile da sopire, è il passare da ”ho sempre ragione” al “ragioniamoci sopra insieme” e facendo entrambi i ruoli: catarifrangenti/scarponi e zoccoli/divisa bianca, non è molto facile…
Il sacro fuoco del giovane Infermiere che ero si è in parte calmato (in parte resiste)
Penso che molti, fra colleghi più “avanti di età o di esperienza” (non esageriamo, sto solo andando sui cinquanta…) possano condividere, almeno in parte questo mio pensiero, scritto, dopo una notte in bianco, in divisa bianca.
Paolo Formentini
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