La carenza di personale infermieristico continua a essere una delle emergenze più gravi del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Durante il Question Time alla Camera il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha risposto a un’interrogazione di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), illustrando le misure messe in campo per rafforzare il sistema sanitario, tra cui nuove risorse economiche e la revisione dei percorsi formativi. Tuttavia, secondo AVS, queste iniziative non sarebbero ancora sufficienti a risolvere il problema.
Il Governo stanzia fondi per il personale sanitario
Il ministro Schillaci ha ribadito l’impegno del Governo nel potenziare l’assistenza territoriale e garantire il funzionamento delle strutture sanitarie. La Legge di Bilancio 2024 ha previsto stanziamenti di 250 milioni di euro nel 2025 e 350 milioni nel 2026 per il reclutamento di personale. Inoltre il fabbisogno stimato di infermieri, secondo gli standard definiti dal Decreto ministeriale n. 77 del 2022, ammonta a circa 19.600 unità.
Un ulteriore intervento riguarda la riforma della formazione infermieristica, che prevede tre percorsi specialistici per la laurea magistrale: Infermieristica di cure primarie, famiglia e comunità; Infermieristica di cure neonatali e pediatriche; Infermieristica in cure intensive ed emergenza. L’obiettivo è garantire agli infermieri competenze avanzate per supportare settori strategici della sanità pubblica, in particolare la riforma dell’assistenza territoriale.
AVS: “Servono più fondi. Ancora troppi infermieri mancanti”
Nonostante queste iniziative, la deputata Luana Zanella (AVS) ha criticato la situazione, evidenziando che la medicina territoriale è ancora lontana dall’essere realmente operativa. Secondo AVS e Agenas, mancano ancora tra 2.400 e 3.600 infermieri di famiglia e comunità, figure essenziali per il funzionamento delle case della comunità e delle centrali operative territoriali (Cot).
Un dato allarmante arriva dal Veneto, dove per colmare la carenza di infermieri si stanno attivando corsi di 200 ore per operatori socio-sanitari (oss), che vengono poi impiegati in reparti chirurgici con funzioni avanzate.
Il futuro dell’assistenza sanitaria in Italia
Il Governo si trova dunque davanti a una sfida cruciale: se da un lato gli investimenti e la revisione dei percorsi formativi rappresentano un passo avanti, dall’altro rimane il problema di una cronica carenza di infermieri, con ripercussioni dirette sulla qualità dell’assistenza. La sanità pubblica riuscirà a reggere il peso di questa emergenza? Le risposte arriveranno nei prossimi anni, ma nel frattempo il rischio è quello di un sistema sanitario sempre più sotto pressione e un’assistenza ai pazienti non all’altezza delle esigenze della popolazione.
Redazione Nurse Times
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