Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma del presidente Pierpaolo Volpe.
Il Consiglio regionale ha approvato una mozione che impegna la Regione Puglia a farsi portavoce presso il Governo nazionale per la sospensione temporanea dell’obbligo di rapporto esclusivo per gli infermieri che lavorano nel settore pubblico. Per Pierpaolo Volpe (foto, ndr), presidente di Opi Taranto, “la mozione approvata dal Consiglio regionale non risponde ai bisogni della sanità e a quella degli infermieri”.
La mozione ha come unico obiettivo quello di colmare la carenza di infermieri nelle strutture sanitarie e sociosanitarie assistenziali, che richiede misure immediate. Siamo consapevoli che la grave carenza di infermieri sta mettendo in ginocchio le strutture residenziali sociosanitarie, ma non sarà la rimozione temporanea del vincolo di esclusività a risolvere il problema.
È invece necessaria, con estrema urgenza, una riforma organica della sanità, che tenga conto della necessità di evoluzione della sanità post-pandemica e del ruolo centrale dell’infermiere nel sistema sanitario. “Gli Infermieri non sono eroi, ma professionisti sanitari apparteneti alla categoria delle professioni intellettuali, con un percorso universitario di alto livello alle spalle”, afferma Volpe.
È passato il tempo in cui la figura dell’infermiere veniva vista come meramente prestazionale. Oggi l’infermiere è in grado di agire, così come previsto dal Profilo professionale (D.M. 739/94), nella sfera clinica, educativa e riabilitativa della persona assistita.
“Il vincolo di esclusività del rapporto di lavoro, previsto dalla normativa nazionale per tutti i pubblici dipendenti – aggiunge il presidente di Opi Taranto –, non deve essere rimosso per gli infermieri in maniera temporanea solo per coprire i buchi di organico delle Rsa, ma deve essere oggetto di una revisione di sistema, dove l’infermiere, con lo sviluppo delle competenze specialistiche avanzate, può essere finalmente l’anello di svolta per garantire una sanità efficacie ed efficiente, dando così finalmente piena attuazione al DM 739/94 (“Profilo professionale dell’infermiere”) e alla Legge 251/2000, recante disposizioni in materia di professioni sanitarie”.
Solo cambiando la visione della sanità alcuni compiti meramente prestazionali potranno essere attribuiti agli oss con formazione complementare, liberando così la professione infermieristica da alcune catene che ne bloccano, anche per ragioni politiche, la definitiva evoluzione professionale. Evoluzione che già la normativa attuale consente e che è già realtà. “È solo questione di cambio di paradigma culturale”, conclude Volpe.
Redazione Nurse Times
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