Orzaiolo e calazio sono 2 disturbi dell’occhio simili, ma che non vanno confusi. Sono entrambe infiammazioni della palpebra, ma in punti diversi.
Come si distinguono e quali sono i rimedi per curarli?
Cos’è l’orzaiolo
L’orzaiolo è un’infezione stafilococcica di una ghiandola sebacea annessa al bulbo pilifero della ciglia. Di solito si manifesta con: edema, arrossamento del bordo palpebrale e dolore. Principalmente la causa è un’infezione batterica prodotta da un’igiene scorretta. Può essere determinata da una congiuntivite non curata bene, oppure dal toccarsi gli occhi con le mani sporche. Anche la blefarite può essere la causa di un orzaiolo. Si tratta di un’infiammazione, spesso cronica, del bordo libero palpebrale. Alcune persone particolarmente predisposte possono soffrire di orzaiolo anche in periodi di particolare stress. Naturalmente chi indossa lenti a contatto deve stare particolarmente attento all’igiene, perché aumentano il rischio di contrarre questa infezione. Per la pulizia dell’occhio è sempre meglio usare saponi delicati
Fattori di rischio
Com’è facilmente intuibile l’orzaiolo si sviluppa anche a causa di abitudini e stili di vita che possono favorire lo sviluppo della carica batterica nella zona intorno agli occhi. Le più diffuse sono:
- scarsa igiene del viso e delle mani;
- utilizzo di asciugamani o salviette contaminati;
- lenti a contatto non disinfettate accuratamente;
- utilizzo di cosmetici scaduti..
I rimedi per l’orzaiolo
L’orzaiolo si risolve spesso spontaneamente come un foruncolo, ma si può ricorrere a dei rimedi naturali per agevolare la guarigione. Un modo per facilitarne la risoluzione è eseguire degli impacchi caldo/umidi allo scopo di favorire la fuoriuscita del pus. Per alleviare i sintomi si possono fare degli impacchi di camomilla, che ha un effetto lenitivo, così come degli impacchi con i filtri del tè verde o della malva dopo averli fatti raffreddare. L’impacco si fa 2/3 volte al giorno per almeno un quarto d’ora. Si può utilizzare anche l’Aloe Vera, mettendone una piccola quantità direttamente sulla parte gonfia.
La pomata di antibiotico
In alternativa si può ricorrere ad una pomata di antibiotico e cortisone per eliminare l’infezione, ma i tempi di guarigione sono un po’ più lunghi. L’orzaiolo, comunque, non richiede quasi mai un trattamento chirurgico.
Cos’è il calazio
Il calazio, invece, è un’infiammazione stafilococcica di una ghiandola di Meibomio. Un tipo di ghiandola che si trova nello spessore della palpebra e secerne un secreto per lubrificare l’occhio.
Il calazio, essendo interno, si manifesta con lo stesso tipo di sintomi dell’orzaiolo: una tumefazione, un arrossamento e un dolore non localizzato sul bordo della palpebra, ma all’interno, nello spessore della palpebra stessa.
All’interno di questa zona edematosa, alla palpazione, non è così inusuale rilevare un nocciolino duro e dolente.
Il calazio esterno
L’orzaiolo che si sviluppa sul bordo della palpebra è chiamato anche calazio esterno e, da un punto di vista patogenetico, è sovrapponibile ad un foruncolo perché quest’ultimo è un’infezione stafilococcica della ghiandola annessa al bulbo pilifero della pelle.
La cura del calazio
Anche nel caso del calazio si può ricorrere agli impacchi caldo/umidi che, sciogliendo la secrezione delle ghiandole di Meibomio ostruita in questi casi nei dotti escretori, facilitano la fuoriuscita del materiale purulento. Se non guarisce autonomamente o se è molto doloroso è consigliabile ricorrere ai farmaci.
Oppure, come nel caso dell’orzaiolo, può essere utile usare una pomata al cortisone/antibiotico.
Non è stata individuata una causa specifica all’origine del calazio. Inizialmente si pensava che avesse origini infettive ma, adesso, questa idea è stata scartata anche se la presenza di un’infezione già esistente facilita la sua comparsa.
Inoltre, si è osservato che nelle persone con problemi a livello delle palpebre come, ad esempio, le blefariti o problemi dermatologici come l’acne rosacea o l’eczema della pelle, la probabilità che si verifichi un calazio è maggiore.
Prevenzione
La prevenzione del calazio consiste essenzialmente nel rispettare le principali regole di igiene:
- assicurarsi della pulizia degli oggetti che entrano in contatto con palpebra e occhio, ad esempio le lenti a contatto
- lavarsi sempre le mani prima di toccare le palpebre
- pulire accuratamente ciglia e palpebre mattina e sera, usando delle salviette specifiche per l’igiene degli occhi, se si è particolarmente predisposti all’insorgenza del calazio
- curare il modo di struccarsi, massaggiare delicatamente le palpebre con dischetti di cotone imbevuti di struccante bifasico, ossia di un prodotto liquido formato da una parte acquosa e da una oleosa (in genere una blu e una trasparente o bianca) che si mescolano insieme dando vita ad un’unica soluzione
- seguire un’adeguata dieta alimentare, povera di lipidi ed alcool, può essere di aiuto
L’iniezione di cortisone
Qualora né gli impacchi, né l’utilizzo di una pomata al cortisone/antibiotico dovessero sortire gli effetti sperati, esiste un’alternativa ambulatoriale alla chirurgia che consiste in un’iniezione localizzata all’interno della lesione (il nocciolino duro rilevabile tramite palpazione) di una piccola dose di cortisone.
L’intervento chirurgico
Nei restanti casi si procede chirurgicamente. Dopo un’anestesia locale, lo specialista isola il calazio con un’apposita pinza palpebrale, lo incide, ne libera i dotti ostruiti ed, infine, esegue qualche punto di sutura.
Redazione NurseTimes
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