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Puglia: comunicato FIALS in occasione del confronto sul piano di riordino della rete ospedaliera

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato ufficiale della Segreteria Regionale del sindacato Fials/Confsal sulla Conferenza tenutasi ieri a Bari sul piano di riordino della rete ospedaliera annunciato dal presidente della regione Puglia Michele Emiliano:

“E’ del tutto evidente che ancora oggi non sia disponibile e fruibile il vero piano di riordino della rete ospedaliera della Puglia. Abbiamo assistito alla illustrazione delle slides, già pubbliche sul sito web della Regione Puglia, messe a punto dal Direttore del Dipartimento dott. Gorgoni, che sono solo l’elencazione degli adempimenti imposti dalla vigente normativa nazionale, DM 70 e Legge di stabilità 2016″.

Il Segretario Regionale Massimo Mincuzzi auspica di poter “…recuperare in tempi brevi un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Non è un caso infatti che anche per i sindacati dell’area di comparto, siano previste, sulla base di un protocollo per le relazioni sindacali, recepito con deliberazione della Giunta Regionale del dicembre 2005, apposite sessioni di confronto in sede regionale su tale fondamentale materia”.

Puntuale l’analisi del Segretario Regionale che mette in evidenza alcune criticità nelle “…astruse e non più comprensibili formule di riparto del Fondo Sanitario Nazionale, che penalizzano oltre modo le regioni come la Puglia. La qual cosa è stata ancora una volta ribadita in occasione dell’incontro presso la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome con il Presidente del Comitato di Settore Garavaglia, lo scorso giorno 24. E’ del tutto evidente che la realtà dei fatti ci consegna un dato della spesa sanitaria pugliese che nel 2014 è stata di 7,1 mld di euro, mentre a parità di popolazione la Regione Emilia Romagna ne ha potuti spendere ben 8,7″ .

Disparità anche sul personale sanitario:

“Caso a parte è quello del personale, altrettanto allarmante, atteso che il blocco del turnover determinato dal Piano di Rientro 2011/2013, ha determinato per il S.S.R. la perdita di circa 3.500 addetti. Ed infatti già nel 2012 la Puglia registrava un numero di unità di personale sanitario pari a 89,6 addetti ogni 10mila abitanti, mentre la Regione Emilia Romagna, molto simile alla puglia per numero di abitanti,  registrava un dato pari a 133,5 addetti ogni 10mila abitanti”.   

La Fials ribadisce la necessità di affrontare “uno specifico  approfondimento di merito sulla proposta di piano di riordino della rete ospedaliera della Puglia che a tutt’oggi non è ancora pubblico e che dovrebbe essere licenziato nella Giunta Regionale di lunedì prossimo.

Per quanto ci riguarda allo stato attuale non abbiamo elementi di conoscenza di un’analisi completa dei dati relativi ai fabbisogni di domanda di salute dei cittadini pugliesi, evidenziati per singola provincia. Così come non è dato conoscere gli elementi relativi alla produzione di prestazioni sanitarie del SSR.

Parimenti non è dato conoscere allo stato attuale se il piano di riordino preveda un adeguamento del numero dei p.l. del S.S.R. all’indice percentuale  previsto dalla vigente normativa nazionale ed alla garanzia di tale indice nelle singole provincie della Regione Puglia.

Auspichiamo che la prossima settimana sia possibile conoscere i contenuti del piano di riordino, che necessariamente devono tenere in considerazione la circostanza che il S.S.R. in Puglia è organizzato con strutture ospedaliere pubbliche e private e pertanto non si possa discutere, come pare sino ad oggi sia stato fatto, solamente del riordino dei soli ospedali pubblici”.

Ancora sulla disattivazione e/o riconversione dei 9 ospedali pubblici, la criticità della difficoltà d’accesso ai servizi sanitari dei cittadini e la problematica delle liste d’attesa

“La FIALS/CONFSAL Puglia esprime inoltre forti perplessità sulle dichiarazioni riportate dagli organi di informazione, ovvero  che la disattivazione e/o riconversione di 9 ospedali pubblici possa liberare risorse umane, che se opportunamente trasferite nelle strutture ospedaliere con forti carenze di personale, possa risolvere i problemi atavici degli ospedali pugliesi. Ma se questa fosse la strada da percorrere sicuramente non si potrebbe potenziare contestualmente l’offerta dei servizi sanitari territoriali, anch’essi cronicamente carenti ed ai quali non verrebbero dirottate risorse di personale a seguito delle dismissioni e/o riconversioni.

La verità che ci consegnano sempre più spesso gli organi di informazione è quella del “grido di dolore” di operatori e pazienti costretti ad essere sempre più spesso allettati in barella in mezzo alle corsie, in mezzo alle stanze di degenza o nei Pronti Soccorso.

Per non parlare della lunghezza interminabile delle liste di attesa, che di fatto costringono sempre più spesso i cittadini pugliesi a sopperire alla mancata fruizione delle prestazioni sanitarie in tempi adeguati, attraverso l’acquisto di prestazioni sanitarie a pagamento, o nei casi peggiori, come osservato dalla recente indagine ISTAT, a rinunciare alle cure, con scosti sociali facilmente immaginabili.

Non si comprende infine per quale motivazione, nonostante l’investimento della Regione Puglia per lo studio realizzato dal S. ANNA, ancora oggi non vengano evidenziati i nomi delle strutture ospedaliere destinate alla chiusura”.

In allegato

COMUNICATO SEGRETERIA REGIONALE FIALS/CONFSAL

 

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