“Non possiamo permettere che gli infermieri senza una formazione come la nostra somministrino farmaci, facciano diagnosi e terapie. Si tratta di una violazione del Codice Deontologico” dichiara il Presidente dell’Ordine dei Medici di Bologna. Una dichiarazione priva di fondamento giuridico, che va contro il cittadino e, soprattutto, un’affermazione che cerca solo di auto incensarsi.
Con un’azione che ricorda più tristi periodi storici del secolo scorso piuttosto che la razionalità dei tempi recenti, sono stati sospesi fino a 6 mesi 4 medici iscritti all’ordine dell’Ordine di Bologna, rei di aver tradito la professione medica, dando il via libera alle ambulanze infermieristiche. La misura disciplinare, viene riportato nell’articolo pubblicato sulla Repubblica, è conseguente, appunto, alla creazione di protocolli che, secondo il Presidente dell’Ordine, dott. Pizza, permette di delegare parte delle competenze agli infermieri.
Anche alcuni predidenti del collegio provinciale IPASVI si sono attivati per discutere di questo increscioso evento e per trovare possibili soluzioni e proposte di collaborazione. Oltre ad essere un’affermazione grave e priva di fondamento giuridico, va precisato, per l’ennesima volta, che la formazione dell’infermiere è di pari rispetto e difficoltà: nei contesti organizzativi sanitari, troviamo infermieri laureati, infermieri con master di specializzazione e infermieri con Laurea Magistrale.
Ma, evidentemente, il dott. Pizza e altri medici del suo stesso spessore fanno finta di nulla o, peggio ancora, lo ignorano. Con questo atteggiamento, però, ne siamo certi, la professione medica non troverà giovamento e, piuttosto che avanzare, farà un passo indietro.
La professionalità e le competenze si dimostrano sul campo e non con provvedimenti ordinistico disciplinari verso chi ha capito il cambiamento che sta avvolgendo la sanità e vuole portare innovazione in contesti atavici e privi di innovazione.
Noi di Nursetimes, ci auguriamo che, una volta per tutte, prevalga il buon senso e la voglia di collaborare, superando la voglia di difendere solo il proprio orticello, al fine di divenire una vera equipe professionale che, in ogni contesto, unendo le competenze fondamentali di tutte le professioni presenti, vada a soddisfare l’utenza, rispondendo ai loro bisogni clinici e assistenziali in modo efficace, efficiente e sicuro. Siamo convinti che la comunità professionale infermieristica è sicuramente pronta a portare avanti un approccio di questo tipo, la parte medica, ad oggi, no. Speriamo in un rapido cambiamento.
Carmelo Rinnone
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