Sarà presto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”, previsto dalla spending review del 2012 (legge 135).
Il Regolamento applica il nuovo parametro posti letto abitante previsto dalla spending review del Governo Monti e, come scritto nella relazione tecnica ai nuovi Lea, ci si aspetta una riduzione di 3mila posti letto in base ai nuovi standard del 3 per mille per gli acuti e dello 0,7 per mille per la lungodegenza e riabilitazione.
Nelle previsioni del regolamento anche il ritocco del tasso di ospedalizzazione che si punta a fissare la soglia del 160 per mille di cui il 25% dedicato ai ricoveri in day hospital (indicati anche per disciplina e specialità clinica) e all’indice di occupazione dei posti letto che si dovrà attestare sul valore tendenziale del 90% con una durata di degenza per i ricoveri ordinari inferiore mediamente ai 7 giorni.
Dal 1 gennaio 2017 non potranno più essere accreditate le strutture con meno di 60 letti per acuti, tranne per le monospecialistiche che saranno oggetto di valutazioni delle singole regioni. Un traguardo a cui si arriverà però gradualmente prevedendo una finestra temporale fino a quella data per consentire alle case di cura più piccole della stessa regione di raggrupparsi, così da superare la soglia minima per l’accreditamento. In ogni caso restano fuori dalla partita le case di cura con meno di 40 letti che non potranno essere prese in considerazione per i raggruppamenti e con le quali non si potranno in ogni caso fare più convenzioni a partire dal 1 luglio 2015.
Il regolamento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale porterà una vera rivoluzione su tutta la rete ospedaliera, infatti ci saranno le classificazioni degli ospedali per complessità e intensità di cura suddividendoli in 3 livelli: di base, con un bacino d’utenza tra gli 80.000 e 150.000 abitanti; di 1° livello tra gli 150.000 e i 300.000 abitanti e di 2° livello tra i 600.000 e 1.200.000 abitanti.
Gli standard di qualità di ogni singolo presidio verrà basato sulla clinical governance, dalla gestione del rischio clinico alla formazione del personale e alla valutazione della qualità delle cure.
La novità è la nascita delle “reti ospedaliere” per le grandi patologie. In tutto 10 reti ospedaliere dedicate per ottimizzare la risposta terapeutica e assistenziale per altrettante aree terapeutiche.
Nell’ambito del processo di integrazione ospedale-territorio gli ospedali di comunità saranno gestiti completamente dagli infermieri, avranno dai 15 ai 20 posti letto e l’assistenza medica sarà assicurata da medici di medicina generale o pediatri o da altri medici dipendenti o convenzionati con il SSN secondo modalità che verranno scelte sul territorio.
L’ospedale di comunità, avrà il compito fondamentale di interfacciarsi con le varie strutture ospedaliere presenti sul territorio per la presa in carico di interventi sanitari potenzialmente erogabili a domicilio ma che necessitano del ricovero per impedimenti di varia natura (logistici o familiari) ad essere erogate a casa del paziente.
In allegato il regolamento
Savino Petruzzelli
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