I requisiti specifici sono indicati nel documento di consenso dalla Conferenza permanente delle classi di laurea.
I 90 master per le 22 professioni sanitarie non mediche, appartenenti a tre tipologie (trasversali, interprofessionali, specialistici per ciascuna professione) e approvati a dicembre 2018, dovranno possedere requisiti ben precisi. Si tratta dei requisiti indicati dalla Conferenza permanente delle classi di laurea delle professioni sanitarie, approvata il 14 settembre scorso. Vediamoli nel dettaglio.
Denominazione del master
I master sono denominati con i titoli definiti dal Documento dell’Osservatorio Permanente e, laddove necessario, si possono aggiungere ulteriori declinazioni per indicarne le specificità. Possono essere master di primo o secondo livello, di minimo 60 CFU, che possono aumentare in relazione alla complessità e all’entità delle conoscenze e competenze da acquisire.
Spendibilità operativa e consultazione delle parti interessate
I master dovrebbero avere una buona “probabilità di spendibilità operativa”. Gli obiettivi individuati in sede di progettazione sono coerenti con le esigenze culturali, scientifiche, sociali e organizzative del Sistema sanitario. La progettazione del master è realizzata da un gruppo multidisciplinare composto da docenti universitari e non universitari esperti del settore specifico a cui il master prepara. La progettazione si basa su una ampia consultazione: a) delle parti interessate ai profili culturali/professionali in uscita (rappresentanti del mondo del lavoro e dei servizi, della professione); b) degli organi regionali e direzioni professionali delle aziende sanitarie pubbliche e private rispetto alla stima del fabbisogno anche su base pluriennale al fine di assicurare continuità e stabilità dell’offerta formativa; c) degli atenei limitrofi o che insistono sulla stessa area geografica anche al fine di una armonica offerta formativa di master in grado di valorizzare le specificità di ciascun ateneo e/o assicurare i bisogni di sviluppo complessivo delle professioni sanitarie evitando ridondanze. Nelle varie fasi di progettazione e conduzione è essenziale garantire la consultazione dei diversi livelli formativi del primo ciclo (laurea triennale) e del secondo ciclo (laurea magistrali) attinente alla classe – o a più classi nei casi di master trasversali o interprofessionali) al fine di assicurare coerenza tra i diversi cicli formativi. I dati emersi dalle consultazioni – che possono essere realizzate anche in forma congiunta per l’intera offerta di master in progettazione da parte di un ateneo o di più atenei – devono essere documentati e presi in considerazione nel progetto formativo.
Profilo di competenza atteso
Il profilo contiene il set di competenze-esito specialistiche, che devono essere: riportate in forma scritta e coerenti ai Descrittori di Dublino; coerenti al Documento “Master delle professioni sanitarie”, di cui alla Circolare ministeriale della sanità del 13/03/2019; riportate nel Manifesto degli Studi e nei documenti approvati dagli organi competenti di ateneo al fine di assicurare la completa trasparenza del processo formativo.
Coerenza tra profilo dichiarato e piano di studi proposto
Il programma del master esprime chiaramente il profilo di competenza atteso e le attività didattiche coerenti. Gli obiettivi formativi specifici e i risultati di apprendimento attesi sono declinati per aree di apprendimento (corsi integrati o insegnamenti), formando il piano di studio, che deve essere coerente al profilo di competenza atteso dal master.
Coordinamento didattico e professionale
Il master è coordinato da un docente universitario e da un docente appartenente all’area professionale del SSD cui il master specializzante afferisce. Nel caso di master interprofessionali possono essere individuati più docenti di profilo professionale che guidano le specifiche sezioni curricolari. Nei master trasversali, invece, il coordinamento è unico. I criteri di incarico per le funzioni di coordinamento didattico e professionale devono privilegiare soprattutto la competenza specialistica pertinente all’indirizzo del master. Successivamente l’esperienza in campo formativo, il possesso di diplomi di master o laurea magistrale in una delle classi delle professioni sanitarie di riferimento.
Comitato scientifico
Il funzionamento del master è assicurato da un comitato scientifico che garantisce la funzionalità dei processi e la collegialità delle decisioni organizzative e didattiche. Dovranno essere rappresentate oltre alla componente universitaria, la componente professionale e una rappresentanza del mondo del lavoro che ha espresso il fabbisogno.
Costi/finanziamenti
Il comitato scientifico deve mettere a disposizione del master tutte le risorse necessarie attraverso un piano preventivo di spese che deve essere in pari, considerando le entrate con le tasse di iscrizioni o eventuali altri finanziamenti messi a disposizione da enti/istituzioni. Si raccomanda di evitare che la gestione di questi master si trasformi in operazioni di business.
Supporto amministrativo e strutture
Il master ha una struttura di supporto amministrativa. All’atto della attivazione del master sono individuate le aule per l’attività teorica, i laboratori per le abilità tecniche e la rete delle strutture sanitarie convenzionate per le attività di stage e professionalizzanti. Agli studenti del master sono assicurate le adeguate strutture e risorse di sostegno alla didattica (e.g. biblioteche, ausili didattici, infrastrutture IT…).
Incarichi di docenza
Il comitato scientifico del master, con propri provvedimenti, affida l’attività didattica a docenti esperti nello specifico modulo o insegnamento, valorizzando il legame fra le competenze scientifiche dei docenti (SSD di appartenenza, esperienza e competenza) e la loro pertinenza rispetto agli obiettivi didattici, attraverso procedure di valutazione comparative.
Piano di studio e attività didattiche
Il piano di studio prevede attività obbligatorie d’aula e di tirocinio/stage con valutazioni di profitto. Sono assicurati percorsi flessibili e metodologie didattiche congruenti ai bisogni degli studenti lavoratori. Il piano di studio è sviluppato a partire da un core-curriculum, organizzato in corsi integrati o insegnamenti, CFU e SSD. L’ordinamento didattico che ne consegue prevede orientativamente: attività obbligatorie di apprendimento teorico, non inferiori al 25% CFU totali; attività di laboratorio e di didattica integrativa, non inferiori al 25% CFU totali e definite in relazione alla specifica professione e alla tipologia di master; tirocinio/stage nella rete convenzionata e accreditata, non inferiori al 25% CFU totali. L’attività d’aula, integrativa e di tirocinio/stage sarà organizzata riconoscendo l’esigenza di flessibilità degli studenti lavoratori. Tuttavia la frequenza è obbligatoria per almeno il 70% delle attività teoriche e integrative, e il 100% per quelle di tirocinio/stage. Possono essere realizzate attività di didattica a distanza (e-learning) che tuttavia non possono superare il 30% delle attività didattiche in presenza. Il piano di studio è descritto nei syllabus e pubblicizzato. Tali syllabus devono riguardare anche le competenze acquisite tramite i percorsi professionalizzanti, nonché i sistemi di valutazione attivati. L’organizzazione didattica assicura i presupposti per l’autonomia dello studente (nelle scelte, nell’apprendimento critico, nell’organizzazione dello studio) attraverso percorsi elettivi.
Tirocinio/stage
Il tirocinio/stage rappresenta la parte più qualificante del master per la sua valenza professionalizzante, pertanto, deve offrire opportunità formative di qualità per sviluppare le competenze attese. Il tirocinio/stage non può coincidere con la propria attività lavorativa e, a seconda delle peculiarità dei vari master, può essere organizzato con due approcci: 1) frequenza di uno o più servizi per un periodo di tempo definito che permetta di sviluppare e sperimentare competenze specialistiche; 2) percorsi basati su set di competenze da apprendere e che coinvolgono la frequenza di più servizi in rapporto alle opportunità formative. In entrambi i modelli è necessario garantire una supervisione da parte di tutor, la stesura di un progetto formativo individualizzato e la stesura di diari di apprendimento o report specifici per rendere evidenza dei processi formativi guadagnati. Il tirocinio/stage è realizzato presso la rete delle strutture convenzionate con il master, di diverse tipologie in rapporto alla specificità delle singole professioni. Per esempio: sanitarie e non, pubbliche e private, centri di ricerca. In tali strutture devono essere disponibili le casistiche e/o le attività ritenute essenziali per il raggiungimento delle competenze attese dal master. Inoltre deve essere garantita la presenza di tutor o supervisori con competenze specialistiche coerenti al master, adeguatamente formati, a cui compete la responsabilità dei processi di apprendimento degli studenti. L’attività di tirocinio/stage può essere svolta anche all’estero nei programmi di internazionalizzazione.
Procedure di ammissione
L’accesso ai master professionalizzanti è a numero programmato annualmente dall’ateneo, previa consultazione con organismi professionali e rappresentanti del mondo del lavoro (Regioni e aziende sanitarie). La selezione per titoli ed esami è finalizzata ad accertare il possesso di conoscenze ritenute prerequisito per affrontare efficacemente il percorso specialistico. Da valutare, in base alla tipologia di master se richiedere come requisito di accesso un’esperienza professionale di norma non inferiore ai 2 anni. I corsi prevedono di norma da un minimo di 10 a un massimo di 40 iscritti per assicurare la validità dell’efficacia formativa e giustificare l’impegno di risorse.
Riconoscimento dei crediti formativi universitari pregressi
Possono essere riconosciuti percorsi universitari post abilitazione se affini agli obiettivi e agli insegnamenti del master. All’atto dell’ammissione i professionisti possono presentare domanda di riconoscimento di crediti universitari qualora pertinenti al piano degli studi del master. Le procedure di riconoscimento saranno quelle di prassi adottate nei corsi di studio e disciplinate dalla normativa universitaria che considera la pertinenza e l’obsolescenza in accordo allo specifico contenuto della disciplina. Tuttavia, non possono essere riconosciuti più di 20 CFU e si suggerisce di integrare evidenze documentali con un accertamento (certificazione) da parte di una commissione sia delle conoscenze che delle competenze già acquisite con l’esperienza. Non è concesso alcun riconoscimento di attività formative e/o esperienziali avvenute e/o certificate da enti o istituzioni non universitarie.
Valutazione dell’apprendimento ed esame finale
Il master ha la finalità di far acquisire funzioni specialistiche specifiche. Pertanto la valutazione, sia in itinere che finale deve certificare le competenze raggiunte e non solo le conoscenze. La valutazione degli insegnamenti e delle competenze raggiunte nel tirocinio/stage devono essere espresse in 30/mi e registrate in carriera, anche ai fini di eventuale riconoscimento in successivi percorsi accademici. Il master si conclude con una prova che permetta di accertare il possesso delle competenze specialistiche dichiarate nel profilo di competenza attesa. I metodi più adatti sono: simulazioni in contesti standardizzati e strutturati o osservazioni strutturare sul campo per accertare abilità tecnico-operative; per abilità cognitive (es. decision-making, problem solving), discussione di casi decisionali scritti o orali. In accordo alla metodologia adottata, considerato che l’esame finale deve accertare il possesso di competenze e non solo di conoscenze, la valutazione dovrà basarsi sulla selezione delle aree di competenza “core” da indagare. Di norma il livello minimo di performance atteso nella valutazione finale è del 60%. Non sono pertanto considerate pertinenti alla valutazione finale prove scritte con quiz valutativi solo delle conoscenze teoriche. Sono ritenuti parziali anche gli elaborati di tesi.
Autovalutazione della qualità formativa
Al termine di ciascun ciclo di master il comitato scientifico attiva una riflessione critica sui risultati per migliorare l’offerta formativa. In itinere e al termine sono assicurate interazioni continue tra docenti, studenti e parti sociali al fine di verificare aree di miglioramento anche in funzione delle diverse esigenze di aggiornamento periodico dei profili formativi, con particolare attenzione anche agli esiti occupazionali. Per la sua rilevanza si auspica che la formazione tramite master diventi parte integrante degli accordi/protocolli Regione-Università.
Il ruolo delle Commissioni nazionali dei corsi di laurea e dei corsi di laurea magistrali
La Conferenza permanente mette a disposizione le competenze di miglioramento continuo acquisite dai corsi di studio triennali e magistrali. Le Commissioni nazionali dei corsi di studio triennali e magistrali individuano dei propri referee, che possano fungere da supporto nella progettazione e conduzione dei master, attivano sinergie e collaborazioni con le rappresentanze professionali e favoriscono la diffusione di buone pratiche.
Redazione Nurse Times
ALLEGATO 1: Elenco master professioni sanitarie
ALLEGATO 2: Documento di consenso
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