La fotografia dei dipendenti del Sistema Sanitario Nazionale dell’ultimo monitoraggio del Ministero della Salute è questa: aumento dei precari e diminuzione del personale.
Tra dipendenti e precari sono oltre 685.000 i professionisti della salute. Ma tra il 2012 e 2018 si sono persi 25mila dipendenti. Invece, i precari sono aumentati di oltre il 35% (sono diventati 42.340 nel 2018). L’età media è di oltre 50 anni. Il report sul personale del Ssn del Ministero della Salute è relativo all’anno 2018.
Nel report si nota come al 31 dicembre 2018 risultano lavorare presso le strutture sanitarie del sistema sanitario nel suo complesso: 244.970 medici, 331.605 unità di personale infermieristico, 54.617 unità di personale con funzioni riabilitative, 43.569 unità di personale tecnico sanitario e 10.219 unità di personale con funzioni di vigilanza ed ispezione che operano nei vari livelli di assistenza.
Con solo riferimento al personale che opera nelle ASL, nelle aziende Ospedaliere ed Universitarie, negli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico pubblici, nelle ARES ed ESTAR, ISPO e Aziende Regionali del Veneto e Liguria, si contano 685.157 unità di personale, di cui 630.787 a tempo indeterminato, 42.340 unità con rapporto di lavoro flessibile e 12.030 unità di personale universitario.
Il rapporto tra personale con rapporto di lavoro flessibile e personale a tempo indeterminato risulta pari a 19,5% nel comparto dirigenti del ruolo tecnico, a 7,7% per i medici, a 10,2% nei profili del ruolo professionale, a 7,3% nel comparto dirigenti del ruolo professionale, a 7,4% nei profili del ruolo tecnico, a 7,6% nel personale con funzioni riabilitative, a 6,9% nei profili del ruolo tecnico sanitario, a 10,4% nel comparto dirigenti del ruolo amministrativo, a 6,1% nel personale infermieristico, a 5,5% nei profili del ruolo amministrativo, a 4,7% nel personale vigilanza ed ispezione e solo il 4,4% per i veterinari.
Nel corso dell’anno 2018 sono cessate dal servizio 40.950 unità di personale.
Circa il 60,1% di tali cessazioni è avvenuto per collocamento a riposo per limiti di età, dimissioni con diritto a pensione, risoluzione del rapporto di lavoro e licenziamento (cosiddetti “cessati puri”). Contestualmente, sono state 42.194 le unità di personale assunte nel corso del 2018, di cui il 70,3% è costituito dai cosiddetti “assunti puri”, ossia da assunzioni avvenute per le seguenti cause: nomina da concorso, personale assunto con procedure art. 35 c.3 bis DLGS 156/01, personale assunto con procedure art. 4 c.6 L. 125/13, personale assunto con procedure art. 20 d.lgs. n. 75/2017; assunzione per chiamata diretta (categorie protette), assunzione per chiamata numerica (categorie protette), personale stabilizzato da LSU.
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