Due casi simili, Pordenone e Bologna, che testimoniano alcune delle criticità che puntualmente in questo particolare periodo dell’anno si verificano nei pronto soccorso italiani presi d’assalto, complice anche il picco influenzale (VEDI) che bloccherà milioni di italiani
Pordenone. Pronto soccorso, 118 e guardia medica sotto assedio, posti letto che scarseggiano in ospedale e super lavoro per medici, infermieri e operatori sanitari.
Letti in corridoio spesso senza privacy e poco personale costretto a lavorare senza sosta. Malori, influenza, gastroenteriti e patologie respiratorie virali hanno messo sotto pressione la Aas 5 Friuli Occidentale che dalla vigilia di Natale al 27 dicembre, ha registrato diverse decine di richieste di intervento e di accessi.
“In ospedale i posti letto scarseggiano, ma non ci sono persone in attesa – precisa Giuseppe Sclippa, direttore sanitario della Aas 5 – al momento il grosso degli accessi è dovuto al riacuirsi delle patologie respiratorie dovute ai virus stagionali e ai disturbi gastrointestinali da sindrome parainfluenzale. Abbiamo anche qualche caso di indigestione. Ringrazio tutti quelli che stanno lavorando in queste giornate non semplici, che si caratterizzano per una significativa pressione della domanda”.
Bologna, Pronto soccorso del Maggiore
Attese infinite. Un’odissea che ha toccato quasi le 24 ore per chi lunedì mattina era al Pronto soccorso del Maggiore per farsi visitare. Ore che non hanno risparmiato né i codici gialli né i codici verdi, soprattutto tanti con febbre alta per l’influenza.
“Alle 20 c’erano circa 50 persone, alcune da una decina di ore. A mezzanotte i codici gialli erano 17, tredici di questi erano ancora da visitare, tra cui uno dalle 19. Cose mai viste in tanti anni di lavoro – racconta Daniela Gallamini, della Fials provinciale –. C’è stato anche un paziente in codice verde in attesa dalle 10 di mattina e che alle 7 del giorno dopo era ancora lì, dopo 21 ore”.
Se i codici gialli e verdi hanno preferito attendere, chi aveva un codice bianco ha direttamente lasciato perdere. “Era un festivo e non c’era il terzo medico fino a mezzanotte, nonostante fossero già tre giorni che il Pronto soccorso era nel caos – spiega Alfredo Sepe segretario provinciale della Fials –. La situazione è al collasso. È inaccettabile lasciare delle persone in attesa per ore. Gli infermieri, in queste condizioni, non riescono a garantire un servizio adeguato”.
I codici gialli, infatti, circa ogni venti minuti dovrebbero essere “visitati o rivalutati e lo stesso andrebbe fatto, dopo un’ora, per i codici verdi, ma non c’è abbastanza personale. Le assunzioni fatte dall’Ausl non sono sufficienti – continua Sepe –. Questa situazione l’abbiamo già segnalata alla direzione. Chiediamo di attivare una pronta disponibilità, un terzo medico di notte e di aumentare il personale. Siamo pronti a chiedere un incontro all’assessore regionale Venturi”.
Proprio sul caso di lunedì è il Maggiore a rispondere con una nota: “Abbiamo registrato un flusso di accessi superiore di quasi il 20% rispetto alla stessa giornata del 2015″, dovuto “alla maggiore difficoltà di dimissioni dei ricoverati, legata in parte al picco anticipato di patologie stagionali, in parte alla presenza di pazienti anziani cronici”.
Per fronteggiare la situazione, quindi, l’Ausl ha predisposto dal 28 dicembre “un incremento della capacità ricettiva dell’ospedale per i pazienti dimissibili. È stata disposta, inoltre, l’utilizzazione flessibile dei posti letto destinati alla attività libero-professionale e incrementata la disponibilità di posti nelle strutture private accreditate”.
Un aumento dei posti letto “attraverso l’utilizzo di reparti solitamente dedicati ai ricoveri programmati” prevista anche dal Sant’Orsola, che firma la nota con il Maggiore, che ha dovuto far fronte a un’emergenza in Pronto soccorso. Da venerdì scorso a ieri sono state “905 le persone assistite, 130 in più rispetto allo scorso anno, quando erano state 775. I ricoveri al termine del percorso in Pronto soccorso sono stati 216 contro i 192 del 2015″.
Massimo Randolfi
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