Nella clinica Santa Isabel di Lima, in Perù, è nato un bambino grazie alla nuova tecnica di fecondazione assistita chiamata Fertilo, che utilizza la tecnologia delle cellule di supporto ovarico (OSC) per far maturare gli ovuli all’esterno del corpo. “Siamo lieti di celebrare il primo parto al mondo di un bambino concepito utilizzando Fertilo”, ha affermato in una nota la dottoressa Dina Radenkovic, Ceo e co-fondatrice di Gameto, società di biotecnologie che ha sviluppato il metodo ed è guidata da donne.
E ha aggiunto: “Superando le principali sfide della fecondazione in vitro convenzionale, come lunghi cicli di trattamento, effetti collaterali significativi e stress emotivo e fisico, Fertilo fornisce una soluzione potenzialmente più rapida, sicura e accessibile per le famiglie. Questa pietra miliare segna una svolta nella salute riproduttiva e mette in luce la prima applicazione della tecnologia iPSC (cellule staminali pluripotenti indotte) nella fecondazione in vitro e l’immenso potenziale della nostra tecnologia”.
Grazie allo sviluppo di varie forme di fecondazione in vitro sono nati oltre 12 milioni di bambini. Tali metodi, che per alcune donne rappresentano la sola speranza di avere un bambino, sono spesso un lungo viaggio, pieno di iniezioni e prelievi di ovuli, senza la garanzia di una gravidanza.
In cosa consiste il metodo tradizionale di fecondazione in vitro?
Per il prelievo degli ovociti, in genere, la persona deve sottoporsi a più iniezioni nello stomaco per aiutare a stimolare le ovaie a produrre ovociti maturi. Questo può durare tra 10 e 14 giorni con una stimolazione ormonale a dosi molto elevate, insieme a un monitoraggio interno costante per assicurarsi che il prelievo degli ovociti possa avvenire nel momento ottimale. Una volta che il personale medico stabilisce che gli ovuli sono pronti, la persona viene sottoposta a una procedura (talvolta in anestesia generale) per recuperarli.
Ci sono dei rischi, però. La quantità di ormoni che vengono pompati nel corpo può infatti causare una rara complicazione, chiamata sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS). Ciò si verifica quando la persona è troppo sensibile ai farmaci assunti per aumentare la produzione di ovuli, causando lo sviluppo di troppi ovuli e rendendo le ovaie molto grandi e dolorose.
I sintomi dell’OHSS possono includere nausea e vomito, mancanza di respiro, dolore e gonfiore allo stomaco, forte disagio. Ciò può essere molto pericoloso e costringere la persona a recarsi in ospedale per cure o ad annullare la terapia in corso.
In che modo il metodo Fertilo migliora le cose?
Il metodo Fertilo è la prima applicazione della tecnologia delle cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) nella fecondazione in vitro. In pretica, si utilizzano cellule staminali pluripotenti indotte (OSC) giovani e ingegnerizzate per aiutare a ricreare il processo di maturazione naturale, ma in un ambiente di laboratorio. Questo metodo aiuta a replicare la maturazione naturale degli ovuli che normalmente si osserva nel corpo.
La linea ingegnerizzata di cellule di supporto ovarico è sviluppata utilizzando iPSC, che si comportano come le cellule del corpo e producono e rispondono a ormoni chiave. Uno studio del 2023 ha scoperto che questo metodo migliora significativamente i tassi di maturazione degli ovuli e ha il vantaggio di ridurre le tipiche iniezioni ormonali da 10-14 giorni a soli tre giorni. Si tratta, quindi, di un’esperienza meno invasiva, che riduce il rischio di OHSS ed è meno costosa per chi deve pagare privatamente i farmaci.
“Questa svolta rappresenta una pietra miliare storica nella medicina riproduttiva – ha affermato il dottor Luis Guzmán, responsabile di Pranor Labs & Science, che ha supervisionato il ciclo di fecondazione in vitro con Fertilo che ha reso possibile la prima nascita di un feto vivo -. La capacità di far maturare gli ovuli al di fuori del corpo con un intervento ormonale minimo riduce significativamente rischi come la sindrome da iperstimolazione ovarica, alleviando gli effetti collaterali causati da dosi elevate di ormoni. Fertilo è un importante progresso per le donne che non possono tollerare o non vogliono sottoporsi al peso del protocollo tradizionale di fecondazione in vitro, portando speranza e nuove possibilità a una popolazione di pazienti più ampia”.
L’azienda sta attualmente ampliando la disponibilità di questo metodo e ha ottenuto l’autorizzazione normativa in Perù, Giappone, Australia, Messico e Paraguay. Si sta anche preparando per le sperimentazioni di fase 3 negli Stati Uniti.
Redazione Nurse Times
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