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Pericoli alimenti importati: la black list della Coldiretti

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Oggigiorno sulla nostra tavola rischiano di finire prodotti con apparenti nobili proprietà organolettiche, ma che nella sostanza hanno un terribile rovescio della medaglia: contaminazione con micotossine, quantità di additivi, coloranti e addensanti fuori dai range consentiti dalla Comunità Europea, residui chimici di trattamento agreste, residui di pesticidi vietati nei paesi comunitari ma consentiti nei paesi di importazione come ad esempio l’Africa.

La black list dei cibi contaminati è stata elaborata dopo le analisi eseguite dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa). È emerso che i pericoli provengono da Oriente ed Occidente: Thailandia,Pechino, Kenia. Il Rapporto 2015 sui Residui dei Fitosanitari in Europa ha indirizzato la Coldiretti a lanciare un allarme per evitare rischi per la salute dei consumatori.

Dall’Egitto si segnalano la provenienza di fragole e broccoli, così come quest’ultima crocifera importata dalla Cina. All’attenzione anche il basilico proveniente dall’India e il prezzemolo vietnamita. Pericolo anche dalla frutta con provenienza dal Sud America, peperoncino thailandese e piselli del Kenia.

La Cina si riconferma capostipite anche nel 2016: nel 2015 il gigante asiatico  ha già conquistato il primato nel numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari. Su un totale di 2.967 allarmi per irregolarità segnalate in Europa, 386 (15%) hanno riguardato Pechino, che in Italia nello stesso anno ha praticamente quintuplicato (+379%) le esportazioni di concentrato di pomodoro che hanno raggiunto circa 67 milioni di chili nel 2015, pari a circa il 10% della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente.

Le agevolazioni dell’Unione Europea in termini di libero mercato che hanno favorito l’import ma stanno purtroppo esponendo la salute a dei rischi. Infatti la lista non è chiusa!

A proposito di prodotti per la coltura dell’alimento tanto per i meloni quanto per  i cocomeri importati dalla Repubblica Dominicana sono fuori norma nel 14% dei casi per l’impiego di Spinosad e Cypermethrin.

Cagliate provenienti dalla Lituania e destinate a produrre mozzarelle senza alcuna indicazione sulla reale origine in etichetta, olio proveniente dai frantoi del Sudafrica!

La tracciabilità di alcuni prodotti e le modalità di lavorazione sconosciuti che espongono esponenzialmente la salute dei cittadini a rischi elevati. L’Italia per fortuna dimostra leadership nei controlli.

CALABRESE Michele

Sitografia e Bibliografia:

www.ilfattoquotidiano.it

www.repubblica.it

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