La prima somministrazione del vaccino anti Covid stimola il sistema immunitario a reagire contro il virus. La risposta alla seconda dose è più vigorosa perché l’organismo ha già costruito delle difese e quindi lotta più duramente contro il vaccino e i suoi eccipienti. E, di solito, questo meccanismo, osservato anche per altri vaccini, è più vigoroso nei soggetti giovani rispetto agli anziani. A spiegarlo a La Repubblica è stata Stefania Salmaso, della società italiana di epidemiologia.
Gli effetti collaterali più frequenti (più di 1 persona su 10) nello studio sul vaccino di Pfizer-BioNTech, sono stati dolore e gonfiore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi e febbre, si legge nelle Faq stilate da Aifa. Arrossamento nel sito di iniezione e nausea, invece, si sono verificati in meno di 1 persona su 10. Prurito nel sito di iniezione, dolore agli arti, ingrossamento dei linfonodi, difficoltà ad addormentarsi e sensazione di malessere hanno interessato meno di 1 persona su 100. La paralisi facciale si è verificata raramente, in meno di 1 persona su 1000.
Anche dopo il richiamo si verificano, spiega Aifa, le stesse reazioni avverse riscontrate dopo la prima somministrazione, ma potenziate. Tra le più diffuse, ci sonodolore e gonfiore nel punto dove è stata fatta l’iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi e febbre.
Per Aifa si tratta di reazioni “in genere di entità lieve o moderata e si sono risolte entro pochi giorni“. Durata riscontrabile sia in caso di prima dose che di richiamo.
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