Una strana abitudine è stata denunciata da Davide Barillari, politico recatosi presso un pronto soccorso romano. Gli accessi dei pazienti al punto di Triage vengono registrati su “un piccolo quadernino, come quelli di scuola” sul quale è possibile “leggere i tanti nomi e cognomi su quella pagina alla faccia della privacy, delle procedure, della trasparenza!”
“Mi aspettavo, come da prassi, che mi facessero il triage e mi assegnassero un codice per la mia urgenza, per poi aspettare, pazientemente, che toccasse a me essere visitato.
Invece la persona di turno all’ingresso, dopo avermi dato un’occhiata, mi ha consegnato una fotocopia con la descrizione del mio problema e le possibili soluzioni.”
L’infermiere di Triage avrebbe annotato la problematica dell’uomo direttamente su un quaderno, infischiandosene delle procedure.
“Ho potuto leggere i tanti nomi e cognomi su quella pagina, e credo fossero almeno una decina le persone “ricevute” in quella giornata da quel Pronto Soccorso e inserite nella lista di carta.
Alla faccia della privacy, delle procedure, della trasparenza!”
Questo escamotage permetterebbe di assistere i pazienti senza fare risultare loro tra gli accessi in Pronto Soccorso
“Risultato? Il numero di pazienti che si recano in emergenza in quell’ospedale è basso e permette al direttore generale di quella Asl di dormire sonni tranquilli, far vedere alla Regione Lazio che la situazione è sotto controllo e ricevere il bonus da contratto”, spiega il politico.
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