Il fatto risale a quasi due anni fa. Secondo il giudice, l’operatore socio-sanitario Simone Gabban, allora 36enne, era incapace di intendere e di volere quando inflisse undici fendenti all’86enne Alberto Ferrai, tentando anche di soffocarlo. Dovrà scontare tre anni in una comunità della provincia di Bergamo.
Simone Gabban, oss tirocinante che il 21 dicembre 2020 cercò di uccidere a colpi di forbici l’allora 86enne Alberto Ferrai – undici i fendenti inferti, seguiti da un tentativo di soffocamento – nella Clinica Maugeri di Pavia, dove lavorava (e dove l’anziano era ricoverato), è stato assolto dall’accusa di tentato omicidio. La tragedia fu evitata solo grazie al provvidenziale intervento di un chirurgo e di un’anestesista del reparto di Riabilitazione neurologica.
L’operatore socio-sanitario, oggi 38enne, fu arrestato tre giorni dopo e confessò subito, senza però fornire alcuna spiegazione. Stando a quanto emerso, avrebbe scelto la sua vittima a caso, visto che tra i due non si sarebbero verificati screzi. Anzi, nemmeno si conoscevano. Le indagini hanno inoltre appurato che l’aggressore aveva già sofferto di disturbi psichici. Nell’agosto 2020 aveva interrotto un percorso di riabilitazione psichiatrica, dichiarando di sentirsi meglio.
Sulla base della perizia psichiatrica il giudice del Tribunale di Pavia, Luigi Riganti, ha ritenuto Gabban incapace di intendere e di volere, riconoscendone tuttavia la pericolosità sociale. Per questo ha disposto per lui l’applicazione della misura della libertà vigilata, da scontare per tre anni in una comunità della provincia di Bergamo affinché segua un percorso terapeutico.
Redazione Nurse Times
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