Secondo i ricercatori dell’Università di Lund (Svezia), il marcatore DOPA decarbossilasi (DCC), in quantità elevate, può indicare se un paziente sia affetto da Parkinson o da altre malattie che provocano una carenza di dopamina nel cervello.
Un team di ricercatori dell’Università di Lund (Svezia) stanno pubblicando sulla prestigiosa rivista Nature Aging i risultati di uno studio sul marcatore DOPA decarbossilasi (DCC), che è risultato elevato negli individui con il Parkinson o con altre malattie che provocano una carenza di dopamina nel cervello. Lo stesso marcatore, tuttavia, era normale in altre patologie cerebrali, come l’Alzheimer.
I ricercatori hanno anche notato che il DCC era elevato nei soggetti affetti da Parkinson molti anni prima che sviluppassero qualsiasi sintomo.
“Abbiamo utilizzato tecniche avanzate, che ci consentono di misurare migliaia di proteine contemporaneamente in una piccola quantità di campione – afferma Oskar Hansson, professore di Neurologia all’Università di Lund –. Abbiamo condotto questo studio su 428 individui per identificare biomarcatori che possono indicare se un paziente con disturbi motori o difficoltà cognitive manifesti danni al sistema della dopamina nel cervello”.
Sempre Hansson: “Credo che in futuro diverse malattie del cervello saranno curate ancor prima che i sintomi si manifestino, e che i marcatori sanguigni saranno essenziali per identificare le persone giuste in modo semplice ed economicamente vantaggioso”.
Full text dell’articolo pubblicato su Nature Aging
Redazione Nurse Times
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