Il medico, col placet del primario, avrebbe passato le domende del test alla sua fidanzata, che ha poi vinto il concorso per un posto da logopedista all’ospedale di Torrette. Per estinguere il reato senza andare a processo, i due dottori, accusati di divulgazione di segreto d’ufficio, svolgeranno un anno di volontariato.
Entrambi erano finiti nell’inchiesta della guardia di finanza per un concorso indetto dall’azienda e relativo a un posto da logopedista all’ospedale di Torrette (Ancona), con incarico di sei mesi. Parliamo di un primario dello stesso ospedale e di un suo stretto collaboratore, che lavorava nel reparto di Otorinolaringoiatria fino a tre anni fa.
A vincere il concorso, tra una quarantina di partecipanti, era stata la fidanzata di quest’ultimo, originaria della Calabria, che avrebbe così potuto raggiungere la sua dolce metà nel capoluogo marchigiano. Stando ai risultati dell’indagine, l’otorinolaringoiatra, 37enne e calabrese anche lui, avrebbe passato alla ragazza, oggi 30enne, le domande della prova, sostenuta nell’aprile del 2019. In qualità di stretto collaboratore del primario, un 56enne che presiedeva la commissione d’esame, era stato infatti incaricato di preparare il test.
Accusati di divulgazione di segreto d’ufficio, i due medici faranno volontariato per 120 ore, distribuite in un massimo di sei ore a settimana, per un anno. E così potranno estinguere il reato, senza andare a processo. La messa alla prova, una procedura prevista per i reati di minore rilevanza sociale, è stata accolta lunedì dalla gup Francesca De Palma. La relativa verifica è stata invece fissata a novembre del prossimo anno, quando la giudice valuterà se è andata a buon fine o meno.
Il primario, che lavora ancora a Torrette, ha sempre negato di sapere che tra i candidati figurava una donna legata sentimentalmente al suo collaboratore. Sul computer del 37enne, che nel frattempo si è trasferito altrove, i militari avrebbero però trovato le tracce delle 30 domande a risposta multipla, poi passate attraverso una pennetta sul computer dello stesso primario, sequestrato durante le indagini.
Domande difficili, che andavano anche oltre le competenze della figura medica richiesta. Questo particolare, ma pure il fatto che le fotocopie da sottoporre ai candidati sarebbero state consegnate alla commissione d’esame solo il giorno della prova, senza essere condivise prima tra i membri nella formulazione dei quesiti, ha insospettito la guardia di finanza, che aveva ricevuto segnalazioni in merito.
Inoltre gli inquirenti si sono avvalsi di intercettazioni telefoniche e ambientali, dalle quali non risulterebbe un accordo tra le parti, ma emergerebbero frasi del tipo “quella roba è pronta”, riconducibili al test d’esame, che la fidanzata del 37enne avrebbe ricevuto in anteprima.
Redazione Nurse Times
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