Il decesso di Valeria Lembo, colpita da linfoma di Hodgkin e deceduta per una chemio sbagliata, risale a 11 anni fa. Dopo la condanna penale, per i responsabili è arrivata anche la contestazione di un danno erariale pari a 1,5 milioni. Nessuna conseguenza economica, invece, per le due infermiere coinvolte.
Il 7 dicembre 2011 morì nel reparto di Oncologia del Policlinico di Palermo per una dose letale di chemioterapico vinblastina. Una tragedia, quella dell’allora 33enne Valeria Lembo (foto), madre di un bimbo di sette mesi, colpita da linfoma di Hodgkin, che ai sanitari responsabili è costata non solo una condanna penale, ma anche, di recente, pesanti conseguenze sul piano economico.
La Procura regionale della Corte dei Conti d’appello di Palermo ha infatti stabilito che il primario Sergio Palmeri debba risarcire l’Azienda sanitaria con 875mila euro, mentre l’oncologa Laura Di Noto e l’allora specializzando Alberto Bongiovanni dovranno pagare 318mila euro a testa. Assolte, invece, le infermiere Elena Demma e Clotilde Guarnaccia.
Alla signora Lembo fu iniettata una dose dieci volte superiore alla prescrizione: 90 milligrammi invece di 9. Una dose che ne provoco il decesso per avvelenamento 22 giorni dopo. La successiva inchiesta portò, nel febbraio 2015, alle seguenti condanne in primo grado per medici e infermieri indagati: quattro anni a Sergio Palmeri, sette a Laura Di Noto e sei ad Alberto Bongiovanni. Clotilde Guarnaccia ed Elena Demma furono invece condannate a quattro anni con interdizione dalla professione infermieristica per quattro anni.
Nelle motivazioni di quella sentenza il giudice Claudia Rosini scrisse: “Un assassinio, la più grave colpa medica mai commessa al mondo”. E degli imputati: “Il medico specializzando Alberto Bongiovanni scriveva sotto dettatura e non aveva idea di cosa fosse la vinblastina. Cancellò lo zero in più dalla cartella clinica”. Laura Di Noto era descritta come “una copiatrice di dati”. Sergio Palmeri, sempre secondo il giudice, era circondato da “fidati vassalli”. E l’organizzazione del reparto era “affidata al caso”.
In seguito i giudici d’appello la ridussero così le condanne: tre anni a Palmeri, due anni e 3 mesi a Di Noto, 3 anni e 5 mesi a Bongiovanni, 2 anni e mezzo a Demma. Assolta Guarnaccia. Una vicenda sulla quale è ora intervenuta anche la magistratura contabile, contestando ai medici il danno erariale. Il Policlinico è stato condannato a risarcire i famgiliari con quasi 2 milioni di euro.
Redazione Nurse Times
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