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Padova, esonero dal siero anti-Covid per sanitari no vax: ci pensano gli avvocati

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Padova, esonero dal siero anti-Covid per sanitari no vax: ci pensano gli avvocati
Syringes filled with Johnson & Johnson COVID-19 vaccine are loaded into a cooler in the pharmacy of National Jewish Hospital for distribution early Saturday, March 6, 2021, in east Denver. Volunteers worked with nurses and physicians from National Jewish to administer 2,500 vaccinations of the Johnson & Johnson vaccine that requires a single shot instead of two like the other vaccines. (AP Photo/David Zalubowski)
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La denuncia Fimmg: “Piovono lettere di diffida. I legali si mettono a fare i medici”.

Nella provincia di Padova si stanno moltiplicando i casi di lettere di diffida dell’avvocato per indurre il medico a riconoscere al proprio assistito il certificato che lo esoneri dall’obbligo di vaccinarsi contro il coronavirus: “Purtroppo stiamo assistendo anche a questo – conferma Domenico Crisarà, segretario provinciale Fimmg. Sto ricevendo diverse segnalazioni da parte di colleghi che ricevono lettere di diffida dagli avvocati dei loro assistiti che sono chiamati per legge a sottoporsi al vaccino in quanto operatori sanitari, ma non ne vogliono sapere. In questi giorni i medici di medicina generale sono subissati di richieste di inutili accertamenti clinici ed esami solo per ottenere certificati medici e dilazionare ancora i tempi”.

Su circa 6mila sanitari non ancora vaccinati nel Padovano sono poco più di 1.300 quelli che ci hanno ripensato, malgrado la pena della sospensione dal lavoro senza stipendio se non c’è la possibilità di ricollocarli in servizi che non siano a contatto con i pazienti. Nel novero dei sanitari no vax sono compresi, oltre ai dipendenti di Usl Euganea e Azienda ospedaliera universitaria, anche quelli che lavorano nelle cliniche private e convenzionate e nelle case di riposo. “Da parte di chi dovrebbe far rispettare la legge pare non ci sia alcuna fretta di arrivare al dunque – conclude, sconsolato, Crisarà –. E intanto gli avvocati si mettono a fare i medici”.

Redazione Nurse Times

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