Il presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani, intervenuto a Radio anch’io, ha sottolineato la grande risposta della professione.
“Hanno aderito oltre 10mila farmacie private e mille comunali. Sono 22mila i colleghi che hanno già sostenuto i corsi messi a punto dall’Iss in collaborazione con la Federazione e che hanno sostenuto l’esercitazione pratica. Quindi tutti i cittadini potranno trovare una farmacia vicina a casa dove si eseguono le vaccinazioni”. Così Andrea Mandelli (foto), presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi), intervenendo a Radio anch’io (Radio1) sul tema della partecipazione dei farmacisti alla campagna vaccinale contro il coronavirus.
Oltre a ribadire la grande risposta della professione, Mandelli ha chiarito che a praticare l’inoculazione saranno i farmacisti stessi, come previsto dai decreti e “come avviene negli Stati Uniti, in Francia e in altri 16 Paesi”. Capitolo prenotazioni: “Noi abbiamo dato la nostra disponibilità a tutta la campagna vaccinale. Le regole le stabilisce il commissario straordinario, generale Figliuolo. Quindi, per ora, si segue il sistema delle coorti, ma le farmacie non avrebbero difficoltà a gestire agende programmate, aprendo la vaccinazione a tutti. La cosa più importante è che si attui un sistema semplice”.
Il presidente Fofi ha affrontato anche il tema degli eventi avversi: “Il farmacista è in grado di affrontare, sulla base dei protocolli stabiliti, gli eventi avversi che, per quanto rarissimi, possono presentarsi subito dopo l’inoculazione e nei 15 minuti successivi, esattamente come farebbero il medico o l’infermiere, e ovviamente ricorrendo al 112, come previsto anche negli hub”.
Mandelli ha ricordato come il Lazio sia la prima regione in cui sono cominciate le prenotazioni delle somministrazioni in farmacia, che partiranno a inizio giugno: 20mila in poche ore. Nessuna preoccupazione, infine, per il tipo di vaccino da impiegare, dopo la revisione delle condizioni di conservazione di quello Pfizer/BionTec: “Le farmacie sono in grado di gestirlo. Certamente sarebbe più pratico il Johnson&Johnson, anche perché richiede una sola somministrazione, ma noi siamo pronti a operare con qualsiasi vaccino per dare il nostro contributo all’uscita dall’emergenza”.
Redazione Nurse Times
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