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Oss lasciato a casa dopo un periodo di prova dichiara guerra alla coop che gestisce la struttura per disabili: “Ho visto maltrattamenti”

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Oss lasciato a casa dopo un periodo di prova dichiara guerra alla coop che gestisce la struttura per disabili: "Ho visto maltrattamenti"
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Ha scritto a prefetto, sindaco, mass media, persino a Le iene. Ha rivolto esposti-denuncia a Procura e carabinieri. E ora intende ricorrere al giudice del lavoro e a segnalare presunte carenze in termini di sicurezza ai vigili del fuoco. Protagonista di questa battaglia è il 30enne oss modenese Daniel Muzzarelli.

Ce l’ha con la cooperativa sociale che lo ha lasciato a casa dopo 20 giorni di prova pre-assunzione (dal 6 al 27 dicembre 2023). Una cooperativa del terzo settore che gestisce da anni una struttura residenziale per disabili gravi accreditata, in coordinamento con servizi sociali dell’Unione Comuni e Ausl.

“Ho segnalato a Procura e Nas i maltrattamenti che ho visto e che mi hanno raccontato anche ex dipendenti e genitori – dichiara l’oss, puntando il dito anche contro ex colleghi e supervisori -. Ho depositato circa 100 audio, messaggi, filmati ricevuti sulla mia utenza e sulle utenze dei genitori. Ho fatto convocare presso i carabinieri tutte le persone coinvolte per sentirle”.

La struttura, dal canto suo, respinge con fermezza ogni accusa, definendole del tutto infondate e annunciando che, “per tutelare la propria onorabilità, la professionalità e quella dei propri collaboratori”, si avvarrà “di ogni strumento a sua disposizione sia in sede civile che penale”.

I carabinieri stanno valutando l’attendibilità dell’oss, che tra l’altro ha intessuto rapporti personali con la madre di una giovane ospite.

“Ribadisco di essermi sempre comportato in modo professionale e di non aver fatto niente di male – sostiene l’oss, dichiarando di aver presentato denuncia per diffamazione –. Non ho mai preso nessun contatto con i genitori con qualche raggiro. Mi hanno riempito di complimenti e li sento quotidianamente. Con alcune famiglie ci vediamo anche nelle loro abitazioni per pranzare e cenare insieme. Non ci ho mai provato con nessuna educatrice, anche perché convivo. Chiederò spiegazioni ai servizi sociali, che non hanno svolto le dovute verifiche prima di inserire i ragazzi”.

L’oss ha trovato un alleato nella madre di una ragazza affetta da autismo e disturbo bipolare: “Ho notato dei lividi sotto il braccio di mia figlia, che non è aggressiva. Ho visto che anche altri ragazzi non vengono trattati bene. Gli operatori non fanno il loro lavoro, le pulizie della struttura vengono fatte solo al mattino, i bagni sono rotti, non ci sono spazi sensoriali e aree verdi”.

Redazione Nurse Times

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