Questo il problema sollevato dal sindacato infermieristico, che condanna l’episodio avvenuto all’ospedale Castelli, ma precisa: “Non deve gettare discredito su quella che resta una struttura di eccellenza”.
Il Nursing Up, rispetto al gravissimo caso occorso al Pronto soccorso di Verbania, che ha portato all’arresto di un oss, fornito all’Azienda sanitaria da una cooperativa, per violenza sessuale su una paziente durante un accesso allo stesso Pronto soccorso, tiene a sottolineare la grande professionalità, la dedizione e il grande senso di appartenenza all’Azienda sanitaria del Vco, che tutti gli infermieri, i professionisti della sanità e gli operatori socio-sanitari dipendenti dell’Azienda stessa hanno messo in campo per fare sì che la struttura erogasse, come è sempre accaduto, servizi di eccellenza.
Questo episodio non deve gettare discredito sul grande lavoro svolto e che continua a svolgersi al Pronto soccorso di Verbania e in tutte le strutture e reparti dell’Asl Vco. Piuttosto questo grave episodio deve far riflettere sulle procedure di reclutamento che le cooperative sono tenute a rispettare per fornire servizi alle aziende sanitarie piemontesi, e nello specifico del Vco. Perché, se da un lato durante la selezione per l’assunzione di un qualsiasi soggetto l’azienda sanitaria è tenuta per legge a richiedere una serie di documenti che comprovino la rettitudine del candidato, come ad esempio il casellario giudiziario, dall’altro la stessa cosa non avviene per il personale reclutato dalle cooperative.
Il Nursing Up, dunque, chiede che le procedure per la selezione dei candidati da parte delle cooperative di servizi nelle strutture sanitarie siano equiparate a quelle delle selezioni per le assunzioni nelle aziende sanitarie dove poi gli operatori inviati dalle cooperative si troveranno a operare.
Il segretario regionale di Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri, sottolinea: “Non si può non provare sgomento per quanto accaduto al Pronto soccorso di Verbania: un episodio gravissimo, sul quale la giustizia ordinaria farà il suo corso. Ciò, però, non può e non deve gettare discredito su una struttura di eccellenza dove lavorano da anni colleghi assunti dall’Asl Vco, infermieri, professionisti della sanità e operatori socio-sanitari, la cui dedizione e professionalità nell’impegno quotidiano è sempre stata chiara a tutti”.
Prosegue Delli Carri: “Quanto accaduto, che ci fa davvero preoccupare e arrabbiare, deve portare a un miglioramento dei criteri di selezione che le cooperative mettono in atto per reclutare le forze lavorative che poi mettono a disposizione delle aziende sanitarie, equiparando i criteri a quelli messi in campo dalle stesse Asl. È una chiara questione di sicurezza. Chiediamo all’Azienda sanitaria del Vco che si faccia prima artefice e portavoce di questa importante istanza, ad esempio imponendo gli stessi criteri nelle gare d’appalto, perché non ha alcune senso che le regole del reclutamento tra cooperative che poi cedono servizi alle Asl e Asl stesse siano così diversi su temi fondamentali come la sicurezza”.
E ancora: “Le cooperative hanno una responsabilità etica nei confronti di tutti. Per questo chiediamo che ci sia un corretto adempimento nelle procedure di reclutamento. Le persone vanno valutate per quelle che sono, anche dal punto di vista giudiziario e, se i soggetti non sono idonei, vanno allontanati. Chiediamo, infine, di sapere se l’Azienda sanitaria del Vco abbia intenzione di mantenere in essere l’appalto con la cooperativa che ha fornito il soggetto che poi è stato arrestato”.
Redazione Nurse Times
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