È accaduto nel reparto di Neonatologia: un’operatrice sanitaria, intenta a tagliare i cerotti che immobilizzavano una cannula butterfly sulla mano di una bambina, ha per sbaglio reciso un dito.
“Alessandria, infermiera taglia per sbaglio un dito a una neonata: voleva toglierle la flebo”. Questo il titolo di una notizia del primo giugno 2016 pubblicata nel sito de Il Messaggero.
Il problema è che la protagonista della brutta storia, non è un’infermiera. Un inutile dettaglio ai fini della notizia? No che non lo è.
Caro Il Messaggero, non ci prenda per permalosi… Capita molto spesso, purtroppo, che il ruolo degli infermieri italiani venga confuso dai media con quello di altre figure, e non è neanche l’unico caso. Ma noi infermieri siamo un po’ stanchi di essere denigrati, sbeffeggiati e spiattellati qua e là sulle pagine dei quotidiani per fatti negativi di cui in realtà non siamo affatto protagonisti.
Forse la vostra redazione non ne è a conoscenza, perciò provo ad informarvi con un grande scoop: gli operatori socio sanitari sono una figura diversa dall’infermiere. Lo sapevate? L’avreste mai detto? Pensate che in realtà, negli ospedali, ci sono tante e diverse figure; e tutte queste varie entità, che si aggirano per le corsie e che non indossano un camice da medico, non sono necessariamente infermieri!
Roba da matti, vero? Quanti anni, decenni o secoli passeranno prima che il popolo italiano sia correttamente informato dai mezzi di comunicazione sulla figura professionale dell’infermiere?
Mi sento di iniziarlo così, questo articolo. Con una vena indiscutibilmente polemica a favore della mia professione. Vena che però non può e non vuole minimamente indebolire la forza di quella che è una notizia assurda e molto triste: una piccolina di soli tre giorni di vita che non ha più un dito a causa di un errore madornale di chi era lì ad assisterla.
Il fatto, piuttosto grave, è avvenuto nel reparto di Neonatologia dell’Ospedale Civile di Alessandria, sabato 28 maggio: un’operatrice socio sanitaria (che non è una infermiera, caro Il Messaggero), mentre era intenta a tagliare una garza ‘incerottata’ con cui l’ago butterfly di una flebo era fissato alla manina di una neonata, ha accidentalmente tagliato una falange e mezzo del dito indice alla piccola. Un errore di distrazione imperdonabile.
Trasportata d’urgenza all’Ospedale Regina Margherita di Torino, i chirurghi hanno tentato di riattaccare tempestivamente la parte recisa con un intervento di microchirurgia, ma l’operazione purtroppo non ha avuto successo a causa del rigetto. Non c’è stato niente da fare, insomma: la piccola ha perso per sempre quella sua minuscola parte di sé. I medici ora proveranno a richiudere la ferita in modo da ridurre al minimo l’impatto estetico, sperando che ci riescano. La piccola nel frattempo rimane sedata, connessa ad un respiratore ed è tuttora ricoverata in Rianimazione a Torino per un fisiologico decorso post operatorio.
Il papà della neonata, travolto da un’impellente esigenza di chiarezza più che dal rancore, ha denunciato ai carabinieri l’operatrice sanitaria per lesioni personali gravissime e colpose. Queste le sue parole: “Era già stata una gravidanza non facile per mia moglie. Nonostante tutto, con il parto cesareo, nostra figlia è nata sana: ora è in Rianimazione senza una parte di dito. Assurdo, qualcuno devi spiegarmi com’è potuto accadere”.
L’azienda ospedaliera ha espresso grande rammarico per la vicenda e ha subito segnalato l’accaduto all’autorità giudiziaria. La cartella clinica della bimba è stata immediatamente sequestrata e inviata al magistrato.
Fonti: Il Messaggero, La Stampa
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