Le donne che desiderano essere trattate in gravidanza con rimedi omeopatici avranno un nuovo punto di riferimento in Toscana.
La ginecologia e ostetricia di Ponte a Niccheri ha inaugurato un ambulatorio di omeopatia. Sarà funzionante per due pomeriggi al mese. Le donne in gravidanza che vorranno essere trattate anche con i rimedi di questa medicina non convenzionale potranno farsi seguire dalla dottoressa Caterina Biffoli, anestesista dell’ospedale Santa Maria Annunziata.
Più medici dipendenti di strutture pubbliche toscane apprezzerebbero l’omeopatia, ma questa è la prima volta che viene attivato un ambulatorio per la gravidanza al quale si accede attraverso il Cup, ovvero il centro unificato di prenotazione.
Procede dunque la tradizione di apertura nei confronti delle medicine complementari da parte della Toscana, malgrado nel passato recente ci siano stati molti attacchi per questa scelta, da parte dell’allora presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi e anche di vari altri farmacologi e medici.
Secondo molti esperti del settore, i prodotti omeopatici conterrebbero quantità infinitesimali di principi attivi e pertanto non potrebbero funzionare.
«Conosco bene le polemiche — spiega la dottoressa Biffoli — Non è vero che non ci sono studi scientifici che rivelano l’efficacia dell’omeopatia. Dobbiamo però considerare anche che quando ci avviciniamo a queste discipline c’è bisogno di altri parametri di valutazione. Sono preparati diversi che agiscono in modo diverso. E comunque i prodotti omeopatici avranno presto la registrazione dell’Agenzia del farmaco».
L’ambulatorio sarà aperto per tre ore due pomeriggi al mese, anche perché il medico che lo gestirà, è quotidianamente impegnato come anestesista in sala operatoria e nel reparto di rianimazione.
Per poter essere visitate, le donne dovranno pagare il ticket, sempre che non siano esenti. «A Ponte a Niccheri fino a 7-8 anni fa c’era una collega che praticava l’omeopatia, che poi è andata in pensione, ma non esisteva un ambulatorio dedicato, la collega faceva la libera professione».
Biffoli racconta di essersi avvicinata all’omeopatia perché non riusciva a risolvere un suo problema di salute con la medicina tradizionale. Dopo essere guarita ha iniziato a studiare.
«Volevo conoscere questa disciplina. Da noi all’università non ce n’è traccia, al contrario ad esempio che in Germania. Ho così studiato tre anni fino al 2016».
L’anestesista ha coinvolto alcuni colleghi della ginecologia nel progetto riguardante l’apertura di un ambulatorio dopo aver risolto il caso di una donna in gravidanza che doveva nutrirsi con una sonda perché non riusciva a trattenere il cibo nell’organismo. «Nel giro di 24 ore ha smesso di vomitare — racconta — e dopo pochi giorni le hanno tolto la nutrizione artificiale. I colleghi hanno visto gli effetti dell’omeopatia su quella paziente e mi hanno consultato anche per altre questioni.
Alla fine è nata l’idea dell’ambulatorio pubblico. I due primari si sono detti d’accordo e poi è arrivato il via libera anche della direzione sanitaria. Adesso eccomi qua, sono pronta a ricere i primi pazienti a partire dalle 14.30».
Chissà se l’ambulatorio presente in Toscana potrà far cambiare idea ai molti detrattori della più discussa delle medicine complementari.
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